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ESCLUSIVA TMW - Robinho torna a casa: "Tutto vero, ho firmato col Santos per 230 euro al mese"

di Giacomo Iacobellis
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© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

Certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano: è il caso di Robinho e del Santos, ufficialmente sposi per la quarta volta dalla giornata di ieri. A 36 anni suonati, il Rei do drible brasiliano torna così esattamente dove tutto era iniziato nel lontano 2002. Nel mezzo, dal Santos I al Santos IV, una carriera ricca di successi con Real Madrid, Manchester City e Milan, prima delle esperienze in Cina e Turchia, e una bacheca piena di titoli tra club e Seleção. Un viaggio lungo ben 18 anni che lo stesso Robinho ha ripercorso in esclusiva a TuttoMercatoWeb.com proprio all'indomani della sua firma col Peixe di San Paolo.

Robinho, che sensazioni ha poche ore dopo la grande ufficialità del suo ritorno al Santos?
"Sono davvero felice di tornare al Santos: questa è la mia squadra, la mia casa, la società che ieri mi ha fatto realizzare il sogno di diventare un calciatore professionista e che oggi mi ha dato un'altra grande opportunità per restare nel calcio. La gioia che provo adesso è immensa, non riesco a descriverla a parole".

Viene da una stagione vincente, con la vittoria del campionato turco tra le fila dell'İstanbul Başakşehir: c'era la possibilità di restare in Turchia o in Europa?
"Sì, ho avuto diverse offerte per continuare a giocare in Europa. In questo momento però, a 36 anni suonati, ho preferito tornare a casa per la squadra, per mia moglie, i miei figli... Oggi non sono più il ragazzino di un tempo, sono un uomo che ha in testa prima di tutto il bene della sua famiglia".

Dopo il suo mancato rinnovo col club di Istanbul, c'era anche chi sperava di rivederla in Serie A...
"Com'è che si dice in italiano? Giocare in Serie A è tanta roba (ride, ndr)... Diciamo che ho avuto la possibilità di militare in tante squadre fuori dal Brasile, ma oggi ho scelto col cuore. Il Santos è la mia casa, molto più di una semplice squadra di calcio per me".

A destare scalpore, piuttosto che la quarta avventura al Santos, è stato il suo "salario simbolico" da circa 230 euro al mese.
"È tutto vero, ma sinceramente non mi piace neanche che se ne parli più di tanto. In questa emergenza planetaria tutti dobbiamo fare la nostra piccola parte e io ho scelto di giocare praticamente gratis per questi cinque mesi di contratto. Il Santos oggi ha bisogno di me, proprio come io avevo bisogno del Santos all'epoca dei miei esordi nel calcio. Ci dobbiamo tutti adattare".

Tra il suo secondo e terzo ritorno al Santos, ci sono stati ben quattro anni al Milan: che ricordi ha della sua esperienza a tinte rossonere?
"Sono stati quattro anni bellissimi, ho segnato oltre 30 gol, abbiamo vinto uno Scudetto indimenticabile e anche una Supercoppa italiana. Quello era davvero un grande Milan, un top club mondiale in cui ho avuto la fortuna di giocare con tantissimi campioni: Pato, Gattuso, Seedorf, Pirlo, Ronaldinho, Thiago Silva, Inzaghi, Kakà, Ibrahimovic...".

È il solito Ibra, del resto, il leader del Milan di oggi.
"Non mi sorprende affatto. Ibra è sempre stato un professionista esemplare, lui vive davvero per il calcio. Al Milan ho avuto il privilegio di giocare e allenarmi con lui, di vederlo tenere alto tutti i giorni il livello della squadra: è stato un onore per me e sinceramente non mi meraviglia che a quasi 40 anni sia ancora un fenomeno. I giovani talenti del nuovo ciclo rossonero hanno un bisogno assoluto dei consigli e dell'esperienza, oltre che del carattere, di un campione come Zlatan".

Sull'altra sponda di Milano, per la prossima fase a gironi della Champions, è attesa invece un'altra sua ex squadra: il Real Madrid.
"Sarà un doppio duello davvero difficile e bellissimo da vedere. Inter e Real sono capitate in un gruppo molto competitivo, ma parliamo di due big assolute che cercheranno entrambe di qualificarsi quindi al primo posto. Quando si affrontano due club così, può succedere di tutto: ne vedremo delle belle prima a Madrid e poi a Milano. I nerazzurri oggi non hanno niente da invidiare ai blancos".

Che idea si è fatto, più in generale, del calcio italiano?
"La Serie A resta uno dei migliori campionati in assoluto, è pieno di storia e di qualità. Ormai non c'è più solo la Juve, tante squadre hanno alzato l'asticella e le milanesi stanno tornando. Non posso che parlare bene del calcio italiano e della vita in Italia".

Che messaggio vuole mandare infine ai suoi tifosi italiani?
"Oggi sono un uomo nuovo, ho 36 anni e diciamo che ho messo la testa a posto (ride, ndr). Voglio mandare un forte abbraccio e un grosso in bocca al lupo per questa nuova stagione ai tifosi rossoneri in particolare, non li dimenticherò mai. Sempre forza Milan!".

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Giovedì 2 Maggio 2024
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