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ESCLUSIVA TMW - Brahim Diaz al Milan, l'ex tecnico: "Al Real poca fiducia, in rossonero sarà titolare"

di Giacomo Iacobellis
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Dopo l'intesa col Brescia per il centrocampista Sandro Tonali, il Milan è pronto a chiudere anche il colpo Brahim Diaz dal Real Madrid. Un altro grande talento in prospettiva, classe 1999, in arrivo già oggi in città per visite e firme sul contratto. Ma quali sono le principali qualità di questo giovane attaccante destinato ai rossoneri in prestito secco (almeno per ora)? Lo abbiamo chiesto, in esclusiva per TuttoMercatoWeb.com, a uno dei suoi primi allenatori: Pedro Gonzalez, tecnico di Brahim nella lunga trafila delle giovanili al Malaga.

Mister Gonzalez, ci aiuta a conoscere meglio Brahim Diaz?
"Brahim è sempre stato un calciatore frizzante e imprevedibile. Già da piccolo era un attaccante molto forte nel dribbling e nella conduzione del pallone, dotato di una grande capacità con entrambi i piedi e di un'ottima visione di gioco".

Non a caso, già sotto la sua gestione, Brahim giocava costantemente nella categoria superiore rispetto a quella dei suoi coetanei.
"Esatto. Io l'ho allenato al Malaga dagli 8 ai 12 anni circa, nelle categorie Benjamín e Alevín, e Brahim era sempre il più piccolo della nostra rosa. Il più piccolo, ma solo per l'età, visto che non si faceva certo mettere sotto. Sono davvero felice per la formidabile carriera che ha fatto finora, non ho mai smesso di seguirlo perché, oltre ad avere le stimmate del campione, era un ragazzino umile, intelligente e votato al lavoro".

In quale posizione lo vede meglio in campo?
"Brahim è molto duttile e può spaziare su tutto il fronte offensivo: lo vede bene tanto da fantasista quanto da esterno d'attacco, a destra e a sinistra".

Ci racconta il suo trasferimento nell'Academy del Manchester City nel 2013?
"Fu un vero e proprio evento per tutta Malaga, così come per le persone che gli vogliono bene e lo hanno sempre seguito da vicino. Personalmente non mi sorprese più di tanto, perché già da quando aveva 10 anni lo seguivano sia Real Madrid che Barcellona, ma passare in un club così blasonato a soli 13-14 anni fu sicuramente un traguardo importante quanto meritato per lui".

Cos'è successo invece al Real Madrid?
"A gennaio 2019 Brahim è tornato a casa, in Spagna, ma a Madrid non gli hanno dato lo spazio e soprattutto la fiducia di cui aveva bisogno. È un calciatore giovane e per tirare fuori tutto il suo potenziale ha bisogno assoluto di giocare con continuità".

Pensa che il Milan possa essere una buona opportunità per lui?
"Assolutamente sì. Sono convinto della bontà della scelta rossonera, Brahim ha già vissuto all'estero e saprà quindi adattarsi in fretta alla sua nuova realtà. Ad aiutarlo ci penserà poi il suo futuro compagno di squadra Samu Castillejo, un altro gran calciatore che portai proprio io nel settore giovanile del Malaga. Lo dico davvero con grande orgoglio".

Nonostante sia solo un classe '99, riuscirà Brahim a conquistarsi un posto da titolare in questo Milan?
"Secondo me, sì. Se Brahim Diaz ha scelto il Milan, significa che sa già di poter aiutare la squadra ritagliandosi un ruolo da protagonista. Non ho dubbi su questo: appena avrà terminato il suo percorso di crescita, parleremo di un campione assoluto e non più di una giovane promessa".

Chiosa su di lei: dopo aver scoperto e lavorato con così tanti piccoli talenti tra le fila dei Boquerones, cosa fa oggi?
"Vivo ancora a Malaga, dove lavoro in diversi club della provincia sempre a livello giovanile. Il mio obiettivo, e anche la mia più grande soddisfazione, è sempre lo stesso: continuare a scoprire i crack del calcio di domani".

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