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De Rossi: "Ultimo giorno a Trigoria devastante. Italia? Porta socchiusa"

di Lorenzo Di Benedetto
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© foto di Alessio Del Lungo

L'ex capitano della Roma, Daniele De Rossi, ha rilasciato un'intervista a GQ nella quale ha parlato del suo ritiro dal calcio giocato: "Il mio vero ritiro è stato l’ultimo giorno a Trigoria. Uscendo dalla mia camera per andare allo stadio Olimpico ho pensato: è l’ultima volta che chiudi questa porta. E lì mi è parso di tremare. Devastante".

Parentesi Boca - L'ultima maglia vestita sarà dunque quella del Boca Juniors, club che aveva accettato dopo l'addio alla Roma: "Di offerte per continuare a giocare in serie A ne avevo parecchie, ma non ho voluto aggiungere un'altra maglia italiana a quella della Roma, mi pareva di sprecare una storia bellissima. Il Boca è sempre stato un sogno per me è stato un onore".

I motivi del ritiro - Nell'intervista, l'ex centrocampista ha anche indicato le varie ragioni: "Quando sto bene sarei ancora in grado di giocare nella Roma, nel Boca, ma non succede quasi mai. Ho 36 anni, il fisico è logoro di soldi ne ho abbastanza: meglio tornare. Si è parlato di gravi problemi di mia figlia Gaia. Non c’è nulla di particolare. Semplicemente ha 14 anni ed è normale che abbia bisogno di avere il papà vicino. Siccome si sa che il rapporto fra me e sua madre ha vissuto momenti faticosi, qualcuno si è immaginato chissà che".

Il rapporto con Totti - Capitan Futuro per una vita, con Francesco Totti amico prima che compagno: "Abbiamo giocato vent'anni assieme, ci siamo abbracciati dopo i gol, ci siamo frequentati fuori dal campo, abbiamo avuto anche delle sonore litigate, è capitato di non parlarci per un mese, pure l'anno scorso, ma poi è sempre finita a risate. Il suo addio? È un periodo che ricordo come un incubo. Mi sentivo come il bambino che assiste ai litigi tra mamma e papà. Di Totti le ho detto, con Spalletti ho condiviso tanto, ci siamo pure scannati ma conservo grande stima per lui. Mi infastidiva l'assurdità della situazione: la squadra vinceva eppure Spalletti veniva fischiato, dall'altro lato qualcuno si azzardava a dire che Totti non volesse il bene della Roma".

Il futuro - Infine alcune considerazioni su cosa potrebbe fare adesso che ha smesso di essere un calciatore, con la possibilità di diventare un collaboratore di Roberto Mancini in Nazionale: "Abbiamo un rapporto eccellente. Il fatto di non aver lavorato assieme non ha diminuito la stima reciproca, anzi. Fra i discorsi che abbiamo fatto tempo fa, non a gennaio intendo, una porta azzurra era socchiusa".

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Martedì 7 Maggio 2024
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Lunedì 6 Maggio 2024
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