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Barcellona, Laporta è tornato. Il primo mandato fu un trionfo: Ronaldinho, Guardiola e sextete

di Gaetano Mocciaro
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© foto di Giacomo Morini

Il Barcellona si affida al passato glorioso per un futuro lucente. E Joan Laporta è la figura rassicurante a cui i soci hanno fatto affidamento. Del resto se il Barcellona è uno dei club più importanti al mondo ed è stata per qualche anno la squadra più forte senza se e senza ma, grossi meriti vanno proprio all'avvocato che del Barça è stato numero uno dal 2003 al 2010 vincendo 4 campionati, una Copa del Rey, 3 supercoppe di Spagna, due Champions League, una Supercoppa UEFA e un Mondiale per Club.

Per capire davvero il peso avuto da Laporta bisogna vedere quel che era prima, il Barcellona: una squadra che oscillava tra il quarto e il sesto posto, che non vinceva un trofeo dal 1999. Questa era l'eredità raccolta dalla stagione fallimentare di Joan Gaspart. E che prima ancora era stata capace di vincere solo una volta la Coppa dei Campioni.

Frank Rijkaard fu il primo allenatore scelto e sotto un certo aspetto fu una mossa azzardata: l'olandese colpì per il suo calcio propositivo alla guida della nazionale olandese ma successivamente, dopo Euro 2000, ebbe due anni tutt'altro che memorabile alla guida dello Sparta Rotterdam, non certo una squadra di vertice che con lui retrocesse per la prima volta. Sarà lui a guidare la squadra alla vittoria in Champions League nel 2005/06, trascinato dal primo acquisto dell'era Laporta: Ronaldinho. Il brasiliano fu il biglietto da visita dell'avvocato. "C'era già il numero pronto" assicuravano al Manchester United, che voleva così consolarsi per l'addio di David Beckham. I red devils ripiegheranno su un giovane di belle speranze dal Portogallo... Cristiano Ronaldo.

Nel 2004 si fa davvero sul serio: arrivano Eto'o e Deco e dalla cantera viene promosso un giovane che sta facendo faville: Lionel Messi. Una squadra che si plasma, cambia pelle puntando sui giovani della cantera e che arriverà a essere campione d'Europa, 14 anni dopo l'unica volta. La svolta arriva però nel 2008: dopo due campionati consecutivi persi in favore del Real Madrid si chiude l'era Rijkaard e Laporta punta sul tecnico della squadra B: Pep Guardiola. E si fa la storia che tutti conosciamo, con il sextete nel 2009, prima squadra in Europa a riuscirci (la raggiungerà il Bayern di Flick) e una filosofia di calcio che ancora resiste, quella del Tiki taka.

Amaro il finale del suo mandato. Nel 2010 con l'arrivo di Sandro Rosell alla presidenza fu incaricata una società di revisione per valutare lo stato di salute dei conti del club: il risultato, a detta di Rosell, fu di un deficit di 48 milioni mentre Laporta aveva presentato 11 milioni di utili. Ne uscirà punito. E ora ritorna dalla porta principale.

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