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All'Inter serviva la vittoria. Aspettando gli svilippi dell'Icardi-gate

di Simone Bernabei
Fonte: dall'inviato all'Allianz Stadion, Vienna
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Partiamo dalle notizie positive. L’Inter ha vinto, in trasferta, l’andata dei sedicesimi di Europa League contro il Rapid Vienna, ipotecando di fatto il passaggio agli ottavi. Certo l’avversario non era né il Barcellona né il Tottenham, forse neppure il PSV. Ma quando si tratta di sfide dal timbro internazionale la prudenza non è mai troppa e il livello di attenzione, minato inevitabilmente dall’Icardi-gate, poteva non essere al massimo. Bene quindi il successo all’esordio in Europa League che fa rientrare a Milano squadra e società con un minimo di tranquillità in più. O quantomeno senza un altro problema a cui pensare. E veniamo alle cose un po’ meno positive.

IL GIOCO CHE ANCORA NON C’E’ - Il successo risicato, 1-0, racconta di una squadra ben lontana dai suoi massimi stagionali. E’ questa la prima nota stonata, per così dire. Perché l’Inter vista all’Allianz Stadion ha trovato particolari difficoltà nella parte finale dell’azione. La gestione della gara c’è sempre stata nell’arco dei 90 minuti, ma il parziale poteva e doveva essere più ampio. Alcuni interpreti inoltre, Nainggolan su tutti, hanno fornito una prova opaca al cospetto di una squadra, il Rapid, volenterosa ma tecnicamente inferiore e soprattutto in letargo da quasi due mesi per colpa della pausa invernale. Per ritrovare la giusta rotta in campionato e dare continuità al successo sul Parma servirà probabilmente qualcosa in più.

COME REAGIRA’ ICARDI? - E’ questo il grande interrogativo che aleggiava all’interno della sala stampa dell’Allianz Stadion a partita conclusa. Spalletti ha detto che Icardi si comporterà da professionista, ma pensare che Maurito possa far finta di nulla sembra complicato. Anche perché, via social e non solo, l’argentino ha capito che una buona parte della tifoseria appoggia la scelta societaria legata al suo degrado con relativa promozione di Handanovic. I cori all’indirizzo del portiere al termine del match, in tal senso, sono piuttosto esplicativi. Per il bene suo e della squadra Icardi dovrà imparare a convivere con questa situazione almeno fino a giugno, ma gli strascichi potrebbero pesare. Da qui la grande attesa per capire cosa succederà, oggi e nei prossimi giorni, fra il giocatore, il tecnico, la squadra e la società. Quattro componenti diverse che fanno parte dello stesso pacchetto. Spalletti ha già detto la sua, Ausilio pure. Ora non resta che attendere il parere di Marotta e, magari, pure del presidente Zhang.

RIENTRI IMPORTANTI - Chiusura doverosa con un’altra buona nuova, in prospettiva. Contro il Rapid mancavano, oltre a Icardi, anche Skriniar e Brozovic, ovvero la metà della colonna portante nerazzurra. Miranda e Borja Valero (oltre ovviamente a Lautaro), i loro sostituti ieri sera, se la sono cavata bene e Spalletti ha avuto la conferma (se mai ce ne fosse stato bisogno) di avere a disposizione alternative di sicuro affidamento. Ma con i rientri dei ‘titolari’ la situazione non può far altro che migliorare. Se a questo ci aggiungiamo la speranza di una forma in crescita di Nainggolan, il rientro di Politano dopo la squalifica (anche lui è mancato tantissimo nelle gare in cui era squalificato) e l’allontanarsi delle polemiche di gennaio riguardanti Ivan Perisic, ecco che il quadro appare completo. Anzi no: Samir Handanovic, il nuovo capitano nerazzurro, è piaciuto subito per temperamento, personalità e low profile. Forse proprio quello di cui aveva bisogno l’Inter, questa Inter, in un momento storico del genere.

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