Thomas Strunz, cinque Meisterschale col Bayern. In Italia ha spopolato grazie a Trapattoni

Nato a Duisburg il 25 aprile 1958, Thomas Strunz è stato uno dei più forti mediani tedeschi negli anni '90. Cresciuto calcisticamente nel club della sua città, si trasferisce al Bayern Monaco a 21 anni e subito vince il suo primo campionato tedesco. Resterà a Monaco di Baviera per tre stagioni, salvo poi tornarci nel 1995 per vivere gli anni più vincenti della sua carriera.
Dal 1992 al 1995 veste la maglia dello Stoccaeda con cui vince una SuperCoppa di Germania, ma è il ritorno nel club più importante di Germania a regalargli le gioie più importanti: a quello vinto a fine anni '80 si aggiungono altri quattro Meisterschale, quattro coppe di Lega, due coppe di Germania una Supercoppa e, soprattutto, una Coppa UEFA. Risolve il suo contratto col Bayern nel corso della stagione 2000/01, l'anno in cui il club di Monaco di Baviera vince la Champions League a Milano in finale contro il Valencia. Con la Germania, Strunz ha collezionato 41 presenze e vinto un Europeo nel 1996.

Conclusa la carriera da calciatore, Strunz ha prima svolto il ruolo di procuratore e poi quello di dirigente ricoprendo il ruolo di dg del Wolfsburg per un anno e mezzo. La carriera da dirigente non decolla e per Strunz inizia presto quella da commentatore per 'Sport1'. Successivamente, Strunz tornerà a fare l'agente per TS Sports OHG, agenzia poi successivamente acquistata da Arena 11, oggi ROOF.

Strunz in Italia è però famoso soprattutto per una conferenza stampa di Giovanni Trapattoni. Era il 1998, il Trap si lamentava dello scarso impegno di Strunz reo, a suo avviso, di essere sempre infortunato ma di lagnarsi al contempo dello scarso impiego. Fu così che passò alla storia: „Was erlauben Strunz?!“ Ovvero: 'Di cosa si lamenta Strunz?". Una frase ripetuta in tedesco maccheronico che subito spopolò in Italia a causa dell'assonanza con la parolaccia italiana.

Sono nati oggi anche Johan Cruyff, Tarcisio Burgnich, Francesco Romano, Celeste Pin, David Moyes, Andrea Coda e Raphael Varane.