Jeremy Menez, l'illusione durata poco. In Italia con Milan, Roma e Reggina
Ha giocato in Turchia, in Messico e anche nella seconda squadra di Parigi, il Paris FC. Ma anche nella Roma, nel Milan, nel Monaco e nel Paris Saint Germain. Jeremy Menez forse poteva fare qualcosa di più nella sua carriera, durare più a lungo negli anni invece di finire alla Reggina, neopromossa in Serie B tre anni or sono, a trentatré primavere. Oggi ne compie 36 e sta cercando di portare gli amaranto alla qualificazione ai playoff di categoria, dopo un periodo addirittura in testa alla classifica.
Cresciuto nel Sochaux, passa al Monaco nel 2006, dove in due stagioni sigla ben 14 reti, diventando uno dei prospetti più interessanti del calcio transalpino. Sterzate, velocità, tanta tanta tecnica in un fisico quasi perfetto. Invece il carattere non lo è affatto, a dirlo è stato lui stesso in varie interviste, spiegando che con i suoi limiti non è andato oltre, probabilmente la poca voglia di allenarsi oppure un modo di vivere il calcio meno viscerale rispetto ad altri suoi colleghi, tanto da spingerlo a non guardarlo più.
Alla Roma fa benino, non benissimo, alternando partite da craque ad altre in cui è invisibile. Così dopo un triennio discreto va al Paris Saint Germain degli sceicchi, vincendo due campionati, una Supercoppa e una Coppa di Lega, per poi tornare in Italia, al Milan. Troppo discontinuo per trascinarlo, troppo lieve la squadra rossonera per credere in qualcosa di più di stagioni sul grigio. Torna in Francia, al Bordeaux, ma ci resta una sola stagione finendo poi all'Antalyaspor, all'America in Messico (dove vince tutti i titoli nazionali) fino al Paris FC, ultima tappa prima della Reggina, appunto.