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Che fine ha fatto... Gallinetta: Inter, Juve e poi San Marino

di La Giovane Italia
La Giovane Italia vi porta alla scoperta dei nuovi talenti del calcio italiano, raccontandovi ogni giorno, alle 8:45, le storie dei giovani di casa nostra e dei club che scommettono su di loro
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© foto di Claudia Marrone/TuttoLegaPro.com

Sedicesimo appuntamento della rubrica “Che fine ha fatto…”, un viaggio alla riscoperta dei talenti transitati dalle pagine del nostro Almanacco nell'anno che segna la sua decima edizione. Dopo le puntate dedicate Franchini, Di Benedetto, Montresor, Ferrara, Cizza, Zucchini, Sessa, Gragnoli, Capristo, Spina, Rovini, Villanova, Nava e Rebecchini e Ventre, oggi il nostro ospite di giornata è Alberto Gallinetta, portiere classe 1992 transitato prima nel settore giovanile dell’Inter e successivamente nella Juventus. Chi ci ricordava? L’ex portiere della Roma Doni.

Ciao Alberto, gli anni più importanti della tua crescita calcistica li trascorri nel settore giovanile nerazzurro. Ci racconti la tua esperienza in quegli anni?
"La mia esperienza all’Inter inizia quando ero poco più che un bambino, entrando a far parte della squadra Esordienti. Da quel momento trascorro sei bellissimi anni fino ad arrivare a far parte della Primavera ma avevo anche la possibilità di allenarmi con la prima squadra. Durante il primo anno di Primavera, avviene il mio primo trasferimento con il passaggio al Sassuolo, in quell’anno in Serie B, nel quale mi divido tra Primavera e prima squadra. Conclusa la mia esperienza nerazzurra, avviene il passaggio al Parma dove ricopro il ruolo di terzo portiere riuscendo ad ottenere delle panchine in Serie A. L’anno successivo il passaggio alla Feralpisalò in prestito, dove gioco da titolare praticamente fino a gennaio".

Durante il periodo nerazzurro, hai avuto la possibilità di portare avanti un percorso nelle Nazionali giovanili.
"Son stato convocato a partire dalla U15 fino alla U17. La fine del mio percorso in azzurro coincide con il periodo precedente le qualificazioni all’Europeo U17, con la definitiva esplosione di Perin e Bardi. È un’esperienza che sogni sin da quando sei un ragazzo e inizi ad approcciarti al calcio. Con i primi stage, naturalmente, l’emozione diventa ancora più forte se ripensi a tutti i campioni che son passati nei luoghi in cui ti trovi".

È nella stagione 2013/14 che la Juventus decide di puntare su di te.
"Dopo l’esperienza a Salò, vengo acquistato in comproprietà dalla Juventus che decide di mandarmi in prestito a Chieti in C2, concludendo la stagione con una retrocessione. Nonostante ciò vengo riscattato dalla società bianconera la quale, dopo avermi fatto svolgere il ritiro estivo con la squadra, mi trasferisce in prestito successivamente al ND Gorica (serie A slovena) dove ebbi inizialmente problemi con il transfer ritardando a gennaio il mio esordio, poi al Clercle Bruges (serie A belga) dove restai per 6 mesi ed infine al Naxxar Lions (serie A maltese)".

Che differenze hai trovato nel modo di vivere il calcio in queste diverse esperienze estere?
"Il Belgio è la nazione dove ho trovato un livello più alto per quanto riguarda le strutture: vi sono infatti centri sportivi molto sviluppati, solitamente vicino lo stadio, e con delle strutture all’interno del centro in cui era possibile riposare. La cultura del calcio poi è molto sentita e c’è una gran vicinanza alla squadra. In Slovenia invece ho trovato una grande differenza tra le squadre di alta classifica, che partecipano alle competizioni UEFA, e quelle di bassa classifica. Anche qui si avverte una grande vicinanza alla squadra. Malta invece è un capitolo separato per via delle dimensioni geografiche dell’isola. Vi sono poche società che partecipano al campionato, con grande divario economico tra quelle di vertice e le altre. Altra particolarità è l’assenza di stadi di proprietà ma settimanalmente poteva capitare di cambiare impianto dove disputare le partite in casa".

Come prosegue la tua esperienza calcistica?
"Dopo l’esperienza a Malta rientro in Italia e vengo mandato in prestito prima al Santarcangelo e poi al Ravenna, dove però non ottengo il minutaggio sperato. A questo punto scade il mio contratto con la Juventus. Contemporaneamente a queste esperienze ho iniziato a frequentare nella sede di Rimini il corso di laurea in Economia Aziendale, conseguendo poi il titolo. Poco prima della laurea ricevetti un’importante offerta lavorativa così decisi di accettare. Feci la scelta di continuare a giocare dando però priorità al lavoro: così da tre anni gioco nel campionato di San Marino con il Cailungo, società nella quale mi trovo molto bene".

Quali sono i tuoi obiettivi per il futuro?
"In questo momento non mi pongo obiettivi in quanto mi trovo in un contesto lavorativo e sportivo in cui mi trovo pienamente a mio agio. Se mi si presentasse l’occasione di ritornare a giocare tra i professionisti o comunque in Serie D, ad oggi non saprei se la coglierei in quanto do priorità al mio lavoro".

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