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Sarri chieda di Allegri… Piatek non è un pacco! E parlando di CR7 con Zigoni…

di Fabrizio Ponciroli
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Il campionato è ancora nella fase embrionale, eppure c’è già tanta carne al fuoco. La Juventus, la regina italiana degli ultimi otto anni, ha mostrato qualche segno di nervosismo. Nessuno (se non i diretti interessati) è a conoscenza di cosa, realmente, turbi il “mondo bianconero” ma, rispetto all’era Allegri, l’impressione è che ci sia qualche muso lungo di troppo. Quando hai tanti campioni in rosa, non è semplice accontentarli tutti. Qualcuno, è inevitabile, si sentirà tradito, messo da parte, estromesso. Emre Can è stato chiaro, Mandzukic l’ha pensato, Dybala non ci vuole ancora credere… Credo che Sarri abbia un compito importante da svolgere. Oltre a far giocare la squadra secondo la sua filosofia di gioco (e non sarà facile), dovrà, in tempi brevi, imparare a dialogare con ogni campione a disposizione, per farlo sentire coinvolto e non rischiare di ritrovarsi con più volti scuri che facce sorridenti agli allenamenti. Allegri, in questo, era un asso. Ha avuto qualche diverbio ma, in generale, ha sempre usato, in maniera eccellente, bastone e carota, riuscendo a “farsi seguire” nelle sue battaglie sportive da (quasi) tutti. Bella l’idea di portare il tanto decantato gioco di Sarri a Torino, sponda bianconera ma, per vincere, serve un’armata compatta, pronta a dare tutto per la causa. Auguri caro Sarri…
Ma ciò che mi preme è soffermarmi su Piatek. La sua carriera è già degna di un film di Hollywood. Il polacco è passato da signor nessuno a fenomeno del calcio italiano. L’approdo al Milan è giunto in tempi rapidi, a cifre considerevoli. Bene, la gloria è durata il tempo di un acquazzone di mezza estate. Incredibilmente, il polacco è già un caso a Milano. Ne ho sentite di tutti i colori, anche questa frase che riporto integralmente: “Era normale che fallisse, ha preso la maglia numero 9 e, al Milan, se prendi la 9 sei finito. Doveva scegliere un numero diverso”.

Ok, sono abbastanza scaramantico ma arrivare a giustificare il fallimento di Piatek per il numero che ha sulle spalle, beh, mi pare azzardato. Indubbiamente, l’ex centravanti del Genoa sta vivendo un momento complicato. Deve ancora trovare il giusto feeling con Giampaolo ma non è un pacco. Chi lo paragona a gente come Blissett o Josè Mari, si dovrà ricredere (la mia età anagrafica mi ha permesso di vedere, in azione, sua Blissett che Josè Mari) Piatek ha appena compiuto 24 anni e, meglio ricordalo, lo scorso anno, tra Genoa e Milan, ha segnato 30 gol stagionali. Deve essere coccolato, è uno che (ve lo assicuro) non si tira mai indietro. In allenamento, è un leone. Lasciarlo giocare (e sbagliare) fa parte della sua normale curva di crescita. Lontano i detrattori, fiducia a Piatek!
Chiudo con Gianfranco Zigoni, 75 enne ex calciatore, tra le altre, di Juventus, Roma, Genoa e Hellas Verona. Condivido un passaggio dell’intervista su Omar Sivori, per capirne la grandezza: “Mi fermavo a palleggiare contro un muretto dopo gli allenamenti alla Juventus. Io ero un ragazzino, lui il mio idolo. Omar si è fermato e mi ha dato consigli su come calciare la palla. Mi ha insegnato anche a come proteggerla, infatti a lui non la portavano mai via da dietro. Sembrava scorbutico ma era un gentleman. Per me, il migliore che abbia mai visto. Difficile fare paragoni con il calcio di oggi. CR7 si allena anche dopo le partite. Un allenamento di CR7 equivale ad una mia settimana intera di allenamenti…”. Firmato Gianfranco per un calcio che non c’è più!

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