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E’ un altro campionato: gli interisti devono accettare il derby e il Milan; all’Inter ora le contromisure

di Tancredi Palmeri
per Linterista.it
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La domanda spontanea è: come è possibile che l’Inter faccia stropicciare gli occhi a tutta l’Italia contro l’Atalanta, a tutta Europa contro il Manchester City, e letteralmente alterni subito dopo rispettivamente la mediocre prestazione di Monza e la inadeguata esibizione del derby?

Semplice. Perché è il calcio. Perché nessuno fa due annate consecutive come quella fatta l’anno scorso dall’Inter. Perché è un ritmo impossibile, perché è fisiologico che la fame tua non sia la stessa, perché ci sono anche gli avversari che si rinforzano e hanno maggiori motivazioni. E, nel caso dell’Inter, c’è anche un incantesimo di qualità in certi elementi che avevano fermato il tempo, ma che giocoforza non può durare per sempre senza che il rendimento si scalfisca.

Perché giustamente Inzaghi e gli altri hanno sottolineato l’errore nell’approccio, nella testa. Ed era stato lo stesso discorso contro il Monza. Là era un avversario che avevi preso sottogamba. Qua evidentemente non puoi averlo preso sottogamba l’impegno, ma altrettanto evidentemente non hai avuto quella furia, quel sacrificio e quella determinazione che nel derby sono l’ingrediente base, a prescindere dalla tua qualità, e che non a caso hanno mosso il Milan oltre i propri limiti.

E’ fisiologico, è così che va il mondo. Che non significa arrendersi alla sconfitta e al passare del tempo, perché la differenza le grandissime squadre la fanno anche sapendo tesaurizzare quello di buono che rimane accanto agli errori.

Ma forse deve aprire una riflessione costruttiva all’Inter: i nerazzurri devono chiedersi se possono sempre sostenere il modo bellissimo e dispendioso di giocare, che evidentemente necessita anche di una condizione atletica ottimale. Ora, non è che quella condizione adesso non ci sia, perché sennò non si spiegherebbero Atalanta e Manchester City. E che semplicemente non puoi mantenerla a ogni impegno come invece avevi fatto l’anno scorso. E dunque l’Inter deve imparare a ottimizzare la sua maggiore qualità senza per forza doversi spolmonare per vincere.

Per esempio nel derby, ci poteva anche stare che l’Inter partisse lasciando sfogare il Milan e concedendo l’iniziativa. A patto però che fosse chiaro come le transizioni necessitassero di cinismo e di sacrificio nei movimenti di senza palla, e non della passività che ha avuto l’Inter confidando nella propria superiorità che prima o poi sarebbe dovuta uscire per grazia ricevuta. Si può anche non essere sempre martello, si può essere anche incudine quando serve, ma duri come il ferro eppure capaci di adattarsi come fanno le rotaie arroventate dal calore.

Fuor di metafora, l’Inter può e deve trovare le giuste contromisure alle problematiche post scudetto. La qualità può abbassarsi. Lo spirito di sacrificio mai.


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Lunedì 23 Settembre 2024