Tomaselli sulla Champions: "Gli errori, come quello di Lukaku dello scorso anno, fanno la differenza"
"Bella la finale di Champions, ma vince sempre il favorito. Le provinciali d’europa sgomitano, se le inventano tutte come l’inter di Inzaghi col City, mettono insieme tattica e agonismo come il Dortmund di Terzic, poi però dopo 60-70 minuti tutto cambia, come nelle salite del ciclismo quando si toccano i duemila metri e con meno ossigeno la selezione diventa naturale. Nell’assalto alla Champions serve la partita perfetta, un minimo errore, come quelli di Lukaku un anno fa o come il cambio avventato di Reus per Adeyemi sabato sera, fanno la differenza contro avversari così strutturati, che hanno il doppio di monte ingaggi: una vetta, neanche tanto immaginaria, che per gli outsider è sempre più difficile da scalare", si legge sul fondo di Paolo Tomaselli sul Corriere della Sera in merito alla finale di Champions League di sabato sera, vinta dal Real Madrid di Carlo Ancelotti.
Tomaselli tratta anche della nuova edizione della Champions League: "Ad agosto nasce la nuova super Champions con la classifica unica a 36 squadre nella prima fase: il frullatore aumenta la sua velocità, già folle. E sarà anche divertente. Ma è sempre più difficile pensare che a scolarsi il cocktail della vittoria non siano i soliti noti. Perché è vero che la follia da 60 partite all’anno può creare più variabili, come gli infortuni eccellenti che hanno falcidiato il Real quest’anno, ma chi ha più risorse e più giocatori forti alla fine supera quasi tutti i problemi".