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Milan e Inter hanno sbagliato la scelta del 9 ma a gennaio non c'è margine per rimediare. Con Skriniar verso la scadenza, si abbassa il prezzo di Dumfries. Origi e Kolo Muani: la verità

di Raimondo De Magistris
Nato a Napoli il 10/03/88, laureato in Filosofia e Politica presso l'Università Orientale di Napoli. Lavora per TMW dal 2008, è stato vicedirettore per 10 anni. Inviato al seguito della Nazionale
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Divock Origi ha fin qui realizzato una sola rete con la maglia del Milan. Nel 4-1 rifilato al Monza lo scorso 22 ottobre fu suo il gol del momentaneo 3-0, una ventina di minuti dopo l'assist vincente per Brahim Diaz. Quella partita è fin qui l'unica traccia lasciata dal centravanti belga a Milanello. Poco più di 500 minuti, un paio di infortuni e una manciata di gare in cui è partito dal primo minuto perché mai l'ex Liverpool ha dato l'impressione di poter insidiare Olivier Giroud. Anche se il francese avrebbe avuto bisogno di un'alternativa più valida, anche se Ibrahimovic non c'è mai stato e Rebic è ultimamente più in infermeria che in campo.
Non se la passa meglio l'Inter. Anzi. Attorno al ritorno di Romelu Lukaku s'è costruita l'intera estate nerazzurra, ma oggi il belga ha numeri simili a quelli del suo connazionale. Un solo gol in campionato arrivato prima di Ferragosto, poi un lungo infortunio gestito male che ha consegnato Lukaku al Belgio in condizioni poco presentabili e riproposto un Lukaku nerazzurro lontano dalla condizione migliore. Convalescente. La ferita è aperta: il suo ritorno da tutti etichettato in estate come un capolavoro è oggi soprattutto l'acquisto che non ha permesso l'ingaggio di Paulo Dybala.

Lukaku non è più il Lukaku di contiana memoria, un risultato fin qui talmente scadente da mettere in seria discussione la sua permanenza nerazzurra ben oltre questa stagione.
A metà gennaio si può dire che i 9 su cui Milan e Inter hanno puntato in estate non hanno aggiunto nulla. Ma oggi come oggi i due club non possono far altro che sperare in una storia diversa nella seconda parte di stagione perché Maldini come Marotta non hanno margini per rimediare già a gennaio. Se ne riparlerà solo in estate, quando il Milan si concentrerà sull'acquisto di un giovane centravanti e l'Inter - con Lukaku più fuori che dentro - sarà chiamata a ritoccare un reparto che oggi ha in Lautaro e nel 36enne Dzeko le uniche scialuppe di salvataggio.

L'Inter che nell'ultimo biennio s'è ritrovata a dover navigare a vista a causa delle ristrettezze economiche cinesi si ritrova oggi a dover fare i conti anche con qualche errore strategico di troppo. Il caso Skriniar è emblematico: prima il rinnovo colpevolmente messo in naftalina, poi la mancata cessione per aver tirato troppo la corda sono alla base della situazione attuale. Lo slovacco è più fuori che dentro, il PSG - forte anche di un cospicuo premio alla firma già concordato - è pronto a ingaggiarlo a parametro zero. E l'Inter dopo aver rifiutato 50 milioni di euro fino allo scorso 30 agosto si ritrova oggi con un giocatore che molto probabilmente andrà via a zero. Una mossa che ha conseguenze anche sugli altri asset della rosa: su tutti, nell'immediato, l'olandese Denzel Dumfries. Se fino a qualche settimana fa la richiesta per l'ex PSV era di 60 milioni di euro, oggi l'Inter è pronta a cedere l'olandese per 40. Servono plusvalenze e serve farle entro il 30 giugno.

"Invece di prendere Origi si doveva prendere Kolo Muani, oggi all'Eintracht Francoforte. É una questione di immagine, è più facile prendere un giocatore del Liverpool". La scorsa settimana il procuratore francese Yvan Le Mee ha dichiarato a 'Sportitalia' che il Milan avrebbe dovuto preferire l'attaccante francese a quello belga. Ha accusato il Milan di aver preferito l'immagine alla sostanza, un giocatore in scadenza col Liverpool a un altro in scadenza col Nantes.
Falso. Con il rispetto dovuto all'agente francese, c'è da dire che il Milan negli ultimi anni ha dimostrato di avere proprio in quello francese il suo mercato privilegiato e di non aver problemi nel prendere giocatori da squadre che gravitano a metà classifica in Ligue 1.
Ed è andato così anche in questo caso. Tra gennaio e febbraio 2022 Maldini e Massara hanno ospitato per tre volte a Casa Milan l'entourage di Kolo Muani. Lo stesso Maldini ha provato a convincere in prima persona l'attaccante francese che però, al momento della scelta, ha preferito l'Eintracht Francoforte. Perché il club tedesco era visto da Kolo Muani come il perfetto passaggio intermedio prima del passaggio in una big, perché a Francoforte intravedeva più margini di crescita immediata e maggiori possibilità di giocare titolare. A marzo 2022 Kolo Muani decide quindi di firmare con l'Eintracht fino al 2027 e solo dopo il Milan valuta altre occasioni a zero, rendendo da quel momento in poi più fitti i contatti con l'entourage di quell'Origi che firmerà coi rossoneri solo qualche mese dopo.

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