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La Roma è stata uno spettacolo, la Juventus ha improvvisato bene. Inter e Milan promosse, le prime otto si sono rinforzate tutte. Perché gli intermediari e i procuratori servono nel mercato?

di Andrea Losapio
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© foto di Lorenzo Di Benedetto

Fossimo al festival cinematografico di Cannes, diremmo che la Palma d'Oro per questo mercato se la aggiudicherebbe la Roma. Tutti gli acquisti a zero euro, anche importanti come Belotti e Dybala, oppure Matic e Wijnaldum, un monte ingaggi che più o meno resta lì, tante cessioni ai limiti della speranza come quella di Kluivert. I giallorossi, sulla carta, sono quelli che si sono rinforzati di più in questo mercato, non sono in cima alla classifica a caso, sono quadrati e con il secondo anno di Mourinho - solitamente il migliore - possono davvero puntare a qualcosa di importante. Lo Scudetto? Forse è un pelo troppo pensarlo, ma rimane un possibile obiettivo che va via via crescendo, un po' come il Milan dello scorso anno. Nessuno lo avrebbe pensato, eppure i rossoneri hanno vinto e si sono dimostrati i migliori, soprattutto nella seconda parte di stagione. La Roma deve avere il merito di rimanere in alto fino alla fine per sperare in qualcosa.

E le altre? Si sono rafforzate tutte, dalla Lazio - chiedo scusa per lo scorso editoriale quando avevo erroneamente inserito la Roma come quinta in classifica - a Inter e Milan, passando per Fiorentina, Juventus e Atalanta. Le grandi cessioni da parte dell'Inter, per esempio, non ci sono state. Doveva andare via Skriniar, è rimasto nonostante l'assalto finale del Paris Saint Germain. Certo, non è arrivato Dybala e forse è un peccato mortale, ma il ritorno di Lukaku è un fuoco d'artificio che in pochi pensavano possibile. C'è forse un piccolo dubbio su Gosens e sulla fascia sinistra, anche in virtù di quanto successo nell'ultimo giorno di mercato.

Il Milan ha operato in maniera intelligente prendendo, di fatto, solo giovani, così come l'Atalanta che ha però un problema: chissà come starà Zapata, sempre in difficoltà con gli infortuni dopo la ricaduta degli scorsi anni. Rimangono due formazioni interessanti, con i nerazzurri che non avranno le coppe - situazione molto favorevole - mentre la Fiorentina ha forse un buco in difesa, ma ha preso un bel giovane come Berti sul finale di mercato. Se avrà spazio potrà anche stupire, colpo in prospettiva ma non troppo.

Un capitolo a parte lo merita la Juventus. Che prende Di Maria e Pogba, Paredes e Bremer, infine Milik. Mercato quasi da incorniciare, con qualche dubbio su quella che sarà la difesa, con un Bonucci che si fa male spesso e, di fatto, solo Rugani e Gatti come riserve. È comunque una Juve grandi firme dalla cintola in su, dietro da registrare. Improvvisata la gestione del centrocampo, anche se fare una ipotetica plusvalenza da 30 milioni con Zakaria non sarebbe male, mentre Arthur alla fine va al Liverpool, non esattamente in una squadretta, mentre Rabiot poteva andare al Manchester United... Non è che siamo un pelo troppo critici?

Infine il solito annoso quesito che chiunque mi pone. Ma perché i procuratori e gli intermediari hanno così potere? Perché servono? La FIFA vuole normare compensi, commissioni e percentuali, cosa che probabilmente è giusta. Sarebbe bello poi facesse lo stesso sulle società e sulle scadenze, così che un agente possa mettere in mora il club esattamente come un calciatore, ma poi entreremmo in un ginepraio (sia per i club che per le federazioni) che da noi non avrebbe mai una risoluzione univoca. Quindi, perché servono? Per un giocatore che sfonda e che fa guadagnare cifre da capogiro a un procuratore (o un'agenzia, visto che oramai è difficile vedere qualcuno che opera da solo, basti pensare al gruppo Raiola) ce ne sono molti che finiscono in C a guadagnare discreti stipendi per una persona normale, affrontare spese molto più che discrete, finire a 35 anni a doversi reinventare. Quando un assistito guadagna 50 mila euro, quanto può guadagnare un procuratore? La risposta è: poco e nulla. Più la spesa che l'impresa. Quindi dietro al lavoro di un agente che ce la fa - a guadagnare grandi cifre - spesso ci sono anni di sacrifici e di spese fatte con il proprio portafogli.

A latere c'è la questione intermediari.
Perché oramai gli agenti hanno preso il posto dei direttori sportivi? Come mai quasi sempre c'è qualcuno in mezzo - per le società, ma anche per gli agenti - ad asciugare le casse dei club? A pensare male si fa peccato, ma nell'accezione più comune è semplice: quando si muove un club ci sono certe cifre, quando è un agente a chiedere le condizioni a un altro club per poi portare un'offerta, magari ce n'è un'altra. Prendiamo uno scenario inventato, con un giocatore x che chiameremo Socrates: se la Fiorentina andasse dal Corinthians a chiedere informazioni su questo fantastico giocatore, probabilmente costerebbe 20 milioni. Se la stessa Fiorentina trova un agente amico del club che cerca di capire a che cifra è la quadratura, allora si scende anche della metà. Questo perché se si muove un club vuol dire che l'interesse è assolutamente reale, per un agente (se c'è l'intenzione di vendere, ovviamente) possono essere soldi "trovati" senza la minima fatica.

La fatica, invece, la farà l'agente per cercare di chiudere e di non fare avere ripensamenti sia al club, al presidente, al dirigente, all'agente stesso - se ci sono intermediari - e via così. È un mondo difficile dove si chiudono operazioni quando si allineano i pianeti nel modo giusto, soprattutto quelle a una certa cifra. Poi ci sarebbe da domandarsi perché chi fa le operazioni siano sempre gli stessi, ma questa sarebbe roba da Federazione - che usa gli stessi agenti come capro espiatorio, sa tutto, ma non fa niente.

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