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L’Inter fa un passo in più, il Milan spera, il Napoli riflette. Le notti europee e le loro sentenze

di Luca Marchetti
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© foto di Federico De Luca

L’Inter si gode il passaggio del turno. Apre le danze del mercoledì di Champions e ai gol di Dzeko tira fuori un urlo liberatorio. L’Inter torna agli ottavi di nobiltà europea, lo fa con un turno di anticipo e la sfida di Madrid servirà soltanto ad incoronare la prima del girone. Un traguardo importante certamente ma a questo punto secondario. Il cammino di Inzaghi si impreziosisce di un’altra perla. E visto che il paragone con Conte non può evitarlo ecco che in un girone quasi fotocopia di quello della passata stagione (l’Inter arrivò addirittura quarta) arriva invece il passaggio del turno. Proprio nella settimana in cui è arrivata la prima vittoria nello scontro diretto e l’Inter è riuscita ad accorciare sia sul Napoli, battuto nello scontro diretto, che sul Milan. Settimana da incorniciare insomma. Settimana in cui hanno voluto mettere la firma i nuovi acquisti dell’Inter: Calhanoglu, Dzeko, Correa. Come a dire che se è vero che le partenze sono state dolorose, gli arrivi hanno subito portato dei sorrisi. Dove potrà arrivare a fine stagione questa squadra è chiaro che non si potrà sapere: ma il lavoro di Inzaghi sta seguendo (e per certi versi migliorando) quello del suo predecessore. E questa notte europea è come se fosse un piccolo traguardo intermedio di speranza per il futuro.
A proposito di speranza: il Milan tiene viva la sua. Finalmente è arrivata la vittoria in Champions League. Peraltro su un campo difficilissimo, dove l’Atletico avrebbe potuto opzionare l’approdo agli ottavi. Vincere con due gol di scarto avrebbe facilitato il cammino del Milan: sarebbe bastata la vittoria con il Liverpool, che già di per sé non è facilissima. Ora o arriva con diversi gol di scarto (almeno 3, per consentire una differenza reti generale migliore rispetto all’Atletico) oppure bisogna sperare che fra Atletico e Porto finisca pari. E’ una combinazione possibile. Non probabile, non semplice. Ma esiste. E già questo è un vantaggio per il Milan che per come ha condotto questo girone di ferro può avere anche qualche rammarico. Qualche errore di troppo (dovuto anche all’inesperienza in campo internazionale) rischia di essere pagato caro, considerando che poi si era in un girone (come detto difficilissimo). Ora fra due settimane a san Siro si dovrà fare la partita della vita contro una delle squadre migliori d’Europa (già qualificati come primi) e poi sperare che ci sia un incastro giusto dal Portogallo. Dove il pari in realtà non accontenterebbe nessuno, ma dove entrambe le squadre, chiaramente, hanno possibilità di passare il turno. Quindi non bisogna dare nulla per scontato, ma pensare a sé stessi.

E vincere, altrimenti tutto sarebbe vano.
Il Napoli torna da Mosca con una sconfitta dolorosa. Lo Spartak Mosca vince il doppio scontro diretto e si piazza proprio davanti al Napoli che a sua volta oggi potrebbe essere superato (se Legia-Leicester non finisce pari). Insomma una qualificazione che poteva essere messa al sicuro si è dannatamente complicata. Sicuramente pesano le assenze (tantissime e pesantissime) ma non è l’unica cosa che ha dato fastidio ieri all’ambiente napoletano. Il risultato ha scatenato il club russo: un clima pesante e velenoso aleggiava intorno alla partita. Che era tesa. Il mancato saluto di Spalletti ha generato molte critiche fra gli avversari, oggetto poi di diversi tweet sarcastici dal profilo ufficiale della società russa. Insomma a Mosca ci credevano eccome. A Napoli invece dei campanelli d’allarme devono cominciare a suonare. La sconfitta in Europa League non è neanche meritata, visto soprattutto il secondo tempo giocato dai ragazzi di Spalletti, ma i numeri dicono che nelle ultime 3 gare il Napoli ha preso 6 gol, non ha mai vinto e anzi ha perso due gare. Non è niente di irreparabile, ci mancherebbe pure. Anche al Napoli basta una vittoria, senza neanche stare a guardare quello che succede in casa degli altri. Così come in campionato nonostante ora arrivino delle avversarie, almeno sulla carta, più complicate da affrontare. Però tutto questo insieme (infortuni, calendario, una solidità difensiva meno accentuata) spingerà certamente Spalletti a chiedere ancora di più ai suoi giocatori. Sempre tenendo in considerazione che le aspettative troppo alte rischiano di essere un grande boomerang.
Più problemi ha da risolvere al momento Allegri. Stavolta la musica della Champions non ha sortito effetti. Da Londra la Juve è tornata con 4 gol e con la consapevolezza che il divario con le grandissime d’Europa ancora è molto ampio. E non è solo una questione di atteggiamento tattico. E’ una questione di brillantezza fisica, di aggressione, di qualità, di abitudine, di profondità della rosa. Ma il ruolo che nel futuro prossimo avranno le italiane sarà questo. E bisognerà trovare una strada per cercare di accorciare comunque il gap. E non si può dire che Allegri non ci stia provando.

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