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Inter: in arrivo l'incontro decisivo, Conte e Marotta pretendono chiarezza. Juve: il futuro di Ronaldo (e in panchina...). Milan: il paradosso che fa sperare. Napoli: un consiglio non richiesto. I promossi: Atalanta, Spezia, DeZerbi. E su Calvarese..

di Fabrizio Biasin
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Abbiamo archiviato un fine settimana davvero molto sereno, calcisticamente parlando. Di quelli che ingrassano gli amanti del complotto, i cosiddetti “terrapiattisti del pallone”.

Riassumiamo la clamorosa tre giorni di serie A in 10, simpaticissimi pensieri dell’asilo.

1)   Calvarese

Calvarese non è parte di un complotto, al limite ne è vittima: vittima di chi lo ha messo a dirigere una partita più grande di lui. Chi crede alla “cattiva fede”, la smetta di seguire il calcio: il suo fegato ne trarrà giovamento. Calvarese ha sbagliato tutto. Non “qualcosa”, tutto. Su questo dobbiamo interrogarci: è possibile che un arbitro chiamato a dirigere la partita più importante che c’è, non ne azzecchi una neanche per sbaglio? No. È possibile che decine e decine di milioni vengano messe nelle mani di un fischietto evidentemente “non adatto”? No. È possibile che a una giornata dal termine nemmeno gli stessi arbitri sappiano fino a che punto il var abbia “diritto di intervento”? No. È possibile che in alcune partite la tecnologia praticamente non esista e in altre si trasformi in “Moviola in campo”? No.

Juve-Inter ha detto tante cose, ma uno sopra tutte: è necessario che il var finisca nelle mani di chi lo vede come una salvezza (i tecnici) e venga sottratto a coloro che lo trattano come un nemico (i fischietti). Il var “a chiamata” è la salvezza, prima se ne renderanno conto, meglio sarà. Nel frattempo, quantomeno, si dia ai signori arbitri una linea da seguire che sia il più omogena possibile: vedere partite gestite in un modo e altre completamente alla rovescia è francamente imbarazzante. 

2)   Milan

Il Milan si è fatto male da solo. Malissimo. L’inesperienza della rosa, mascherata piuttosto bene per tutta la stagione, è uscita nella partita più importante, quella in qualche modo “data per scontata”. Un errore imperdonabile che può essere sistemato solo con una vittoria a Bergamo. Sarà facile? Mica tanto. L’Atalanta vuole il secondo posto, una sconfitta quasi certamente significherebbe “quarta piazza” e circa 5 milioni in meno di “premio piazzamento”. Ecco, al Diavolo serve una piccola, grande impresa. Il paradosso è che questa squadra ha dimostrato di essere più pronta in occasioni dove deve stupire, piuttosto che in quelle dove deve “fare il suo”. Tocca aspettare, insomma: se Pioli e i suoi conquisteranno un posto in Champions avranno fatto moltissimo (il Milan, a inizio stagione, era dato dai più come quinta forza del campionato), ma se non ci riusciranno la delusione sarà inevitabile, enorme e, per come è andata la stagione, forse anche immeritata. Del resto un quinto posto dopo 37 giornate tra le prime 4 non si è mai visto.

3)   L’Atalanta

L’Atalanta domani si gioca la finale di Coppa Italia. L’Atalanta ha conquistato la terza qualificazione in Champions di fila. L’Atalanta ha segnato fin qui 90 gol in serie A. L’Atalanta ha i conti a posto. Bisognerebbe dare a Percassi la gestione della Lega Serie A ad occhi chiusi. Ma non capiterà mai: sarebbe troppo sensato.

4)   Lo Spezia

Lo Spezia aveva lo 0,0000001% di possibilità di salvarsi. Era all’esordio in A. Ha ricostruito la rosa a meno di un mese dal via del campionato. Ha speso quattro soldi, anche meno in commissioni ad agenti (bravissimi). Lo Spezia è la riprova che “le idee” probabilmente non basteranno mai per vincere le coppe, ma sono sufficienti per fare cose belle come questa.

5)   Gattuso

L’ultimo ostacolo verso la Champions del Napoli si chiama Verona. Il Napoli sta giocando un gran bel calcio, lo ha fatto per gran parte della stagione. Si è perso per circa un mese, quello degli infortuni e delle voci incontrollate (“rinnovano il contratto di Gattuso! Anzi no, lo cacciano!”. Ecco, Gattuso. De Laurentiis ha dimostrato di avere coraggio e “occhio”: in fondo a Napoli ce lo ha portato lui. Al patron, però, manca ancora la capacità di mantenere i nervi saldi negli inevitabili momenti “no” della stagione. Separare Gattuso e questo gruppo è un vero peccato, purtroppo inevitabile (miracoli a parte).

6)   De Zerbi

De Zerbi andrà ad allenare all’estero, in Ucraina, allo Sciactar (non si scrive così, ma non perdiamoci in sottigliezze). Qualcuno dice “ecco, nessuno in Italia ha creduto in lui”. Cazzate. Avrebbe potuto rimanere, ma era giunto il momento di fare un salto. E “salto” significa dire sì a un club che gioca la Champions e ti mette a disposizione una rosa ideale per fare “il tuo calcio” (oltre a un bell’ingaggio). Lo Sciactar (non si scrive così, ma non perdiamoci in sottigliezze) è il trampolino giusto per finire nel calcio dei grandi. Il “ragazzo” ci riuscirà, perché ha pazienza e idee chiarissime.

7)   Mourinho

La dimostrazione che la Roma con Mou ha fatto la scelta giusta, la vediamo tutti i giorni. Importanti commentatori snocciolano certezze: “è bollito”, “non ha idee”, “finirà malissimo”. E così facendo discutono di aria frittissima. Mou non ha bisogno di un “lifting”, ma solo di una squadra. Se la Roma gli darà gli strumenti – cosa possibile – il portoghese ci farà divertire eccome. 

8)   La Juve

La Juve è al bivio: ha bisogno di vincere la Coppa Italia ma, ancor di più, del posto in Champions. Con quello la stagione non sarebbe certamente brillante, ma neppure fallimentare. Oh, può capitare di non vincere uno scudetto, non di stare fuori dall’Europa dei grandi, soprattutto con quel monte ingaggi (andrà abbassato in ogni caso e non sarà semplice). Ieri si è chiacchierato di Ronaldo e le sue macchine “traslocate”: non abbiamo la minima idea di quel che farà il portoghese, ma siamo convinti che il club lo lascerebbe partire volentieri. Non perché non sia fortissimo, per carità, ma perché 80 cucuzze in meno a bilancio - tra ingaggio al lordo e altri orpelli - sarebbero manna dal cielo. In più permetterebbero al mister che verrà di ragionare su una squadra meno “dipendente dal fenomeno”. Già, chi allenerà la Juve? Ci sentiamo di dire che il lotto dovrebbe restringersi a uno tra questi: Pirlo, Allegri, Zidane, Gattuso, Spalletti, Mihajlovic, Maifredi, altri due o tre.

9)   Mancini

Il ct ha rinnovato fino a giugno 2026. Raramente si era vista tanta fiducia affidata a un tecnico azzurro. In quell’anno il Mondiale si disputerà in Usa, Mexico e Canada, ma magari anche su Marte. Le partite dureranno 35 minuti e le porte saranno grandi 12 metri per venire incontro alle esigenze dei giovani, che altrimenti si annoiano molto. 

10)              Il Torino

Il Torino oggi si gioca tutto: deve fare un punto con la Lazio e sperare che “l’Inzaghi piccolo” non faccia di tutto per fare un piacere “all’Inzaghi grande”. Il Toro delle ultime due uscite è stato sconcertante; più sconcertante di quel Toro, solo il manipolo di tifosi-scienziati che pensa di risolvere le cose giocando al far west per strada. Praticamente il medioevo.

11)              La bugia

Avevamo detto che ci saremmo limitati a 10 pensieri e invece saranno 12.

12)              La festa scudetto

Domenica alle 15 si gioca Inter-Udinese. Verrà consegnato ufficialmente lo scudetto ai nerazzurri. Pensare di riaprire anche solo parzialmente San Siro potrebbe essere una buona idea. E uno dice “sì, ma poi chi fa selezione all’ingresso?”. Avete ragione pure voi, in ogni caso preveniamo ogni discussione perbenista prevedendo il futuro: domenica vedrete delle foto con gente in festa e qualcuno si indignerà al grido di “non si fa!”. Scommettiamo?

13)              Altra bugia

In realtà c’è anche un 14° pensiero.

14)              Gli stipendi

La serie A ha deciso di posticipare il pagamento ai giocatori della mensilità di marzo: si passa dal 31 maggio al 30 giugno. Non cambia molto, ma vale come una boccata di ossigeno e di questi tempi non si butta via niente. Poi è il caso di ricordare una cosa che non vi dice nessuno ma noialtri sì: il calcio è virtualmente fallito, se non si sceglie di rifondarlo a partire da “subito”, andremo avanti a prenderci per il culo fino a quando, entro breve, il sistema imploderà tipo sufflè venuto male.

E con questa botta di ottimismo vi auguriamo una settimana ricca di soddisfazioni.

 Anzi no, 15) L'incontro

Conte vuole restare all'Inter? Sì.
Marotta vuole restare all'Inter? Sì.
I due sono preoccupati? ...Sì.
È in arrivo l'incontro con la proprietà: i due, ma anche il resto della dirigenza,  pretenderanno (legittima) chiarezza sui programmi per il futuro del club. La rosa resta questa? Conte e i dirigenti restano. La proprietà chiederà troppi "sacrifici" sul mercato? In quel caso il quadro cambierà.

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