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Inter e Milan, quando sarà derby Scudetto anche sul mercato? Intanto sui rinnovi è rottura totale col passato e la strategia è già impostata per entrambe. Tra firme decisive e rinunce pesanti

di Marco Conterio
Nato a Firenze il 5 maggio del 1985, è caporedattore e inviato di Tuttomercatoweb.com. Voce e opinionista su TMW Radio, è stato firma de Il Messaggero e conduttore su Radio Sportiva
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Milan l'è un gran Milan, e cari erano quei tempi in cui era la Capitale del football nostrano. Due società che hanno segnato la storia del pallone d'Italia hanno vissuto negli ultimi anni di delusioni e di nefasti e oggi si sfidano per lo Scudetto. Sogni di grandeur e tonfi, pure il titolo trionfale con Conte è stato seguito dalla crisi cinese, dall'addio del tecnico, di Hakimi e Lukaku. E a proposito d'Oriente, c'è ben poco di dolce da ricordare al tifo rossonero tra cocenti delusioni, lacrime, fondo e fondi. Poi l'America, il Fondo Elliott, che doveva essere pro tempore e invece è ancora lì con le tende piantate, settecento milioni lordi investiti e un progetto giovani ben impostato. Suning dice di potersi ora sostenere, anche se le voci non s'interrompono sulla cessione. In mezzo c'è la questione Stadio e pare quasi scontato e matematico pensare che quando l'affaire si risolverà, allora la direzione delle due proprietà potrà magari prendere altri lidi e direzioni. Per ora senza certezze, beninteso, ma il sillogismo prosegue da troppi anni perché nasconda solo vuote domande.

Il Milan ha imparato dagli errori
Così si godono il progetto del presente e del prossimo futuro, tanto che le strategie di mercato sono già volte a quello. I rinnovi. Il Milan ha pagato anche a livello d'immagine, dopo che di strategia, aver perso Gianluigi Donnarumma. Perché ha sbagliato a monte, così la valle è stata di lacrime e di capitale perso, perché è andato via a zero e chissà quando sarebbe potuto costare, per il Paris Saint-Germain o chi per lui. Hakan Calhanoglu l'ha perso dopo un braccio di ferro milionario ma dopo i due addii, Paolo Maldini e Frederic Massara hanno scelto una linea forte. Decisa. Trattare alle cifre del Milan e blindare chi davvero ha voglia di farlo. Per questo le firme di Alexis Saelemaekers e di Simon Kjaer. Per questo le trattative che porteranno a chiudere anche per le firme, con tutta probabilità, di Theo Hernandez, Rafael Leao, Ismael Bennacer. Il nuovo Milan ha deciso di fatto di non cedere alle richieste a suo avviso eccessive ma di mettersi al tavolo per trattare dove c'è terreno fertile per aprire una trattativa che possa portare soddisfazione a tutti. Così Franck Kessie e il suo addio a zero ora sembra scontato, per questo vale lo stesso per Alessio Romagnoli. Per questo sarà blindato Stefano Pioli.

Inter, così i big resteranno?
Due giorni fa l'Inter ha blindato Nicolò Barella dopo averlo fatto, togliendo pure la clausola rescissoria, Lautaro Martinez. Il prossimo della lista è Federico Dimarco: non c'è intesa sulle cifre ma c'è sulla volontà, sicché, proprio per la strategia di cui sopra, una fumata bianca arriverà. Difficile capirlo oggi per Marcelo Brozovic, invece, che ha estimatori pesanti ed è in scadenza in estate. E' arrivata tardi l'Inter nella trattativa ma tra ritardi negli stipendi, caos societario, Marotta e Ausilio hanno avuto anche le mani legate. La permanenza non è scontata ma la dirigenza farà il possibile per provare a farlo rimanere. Ma per un'Inter che, come ha spiegato Zhang, dovrà sostenersi, dunque andare in autofinanziamento, come sarà possibile tenere i big? Come potrà rifiutare offerte pesantissime per i giocatori? Come potrà rinunciare a far cassa? Stabilità e sostenibilità fanno eco con rinunce, inevitabili. Chi prima ha annunciato questa filosofia, che fosse in Italia o all'estero, è passato da cessioni importanti. A meno che poi non arrivi una svolta a livello di proprietà, e che le ambizioni della piazza possano tornare a combaciare con la strategia del club e con quel che di buonissimo stanno facendo Inzaghi, Marotta e Ausilio.

Quando tornerà il derby sul mercato?
La domanda non riguarda obiettivi futuribili, giovani, prospetti, o parametri zero. La domanda è sui sogni, su quelli che un tempo erano i grandi nomi per entrambe le squadre. Il Milan ha scelto la strada virtuosa di un progetto aggrappato ai giovani e a nomi che possano regalare un presente e un futuro roseo al club. L'Inter, con Conte, ha optato per quella del vincere subito, anche se ora la rotta e la carta d'identità stanno dando risposte diverse, sebbene Dzeko sia un'altra carta pronta adesso e non per il domani. La risposta, a quell'interrogativo, sembra una: quando ci sarà lo Stadio. Quando ci sarà chiarezza, quando con un nuovo impianto entrambe potranno far cassa e avere basi per nuovi investimenti. Elliott ha dimostrato di aver scelto la sua strada ma a meno che non sia l'eccezione che conferma la regola, i Fondi non sono eterni nei loro investimenti. Suning ha già vissuto mesi turbolenti e al netto delle parole di Zhang, immaginarla a lungo alla guida dell'Inter è impresa di fiducia più che di raziocinio. C'è un gran presente. C'è un derby Scudetto, oggi. Per il futuro ci sarà tempo.

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