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Inter e Atalanta da Premier ma c'è un problema Handanovic. Milan, che coraggio coi giovani: il prossimo passo è blindare Pioli. La Juventus ha la chiave per tornare in corsa: è Allegri ma solo se uscirà dal suo personaggio

di Marco Conterio
Nato a Firenze il 5 maggio del 1985, è caporedattore e inviato di Tuttomercatoweb.com. Già firma de Il Messaggero e voce di Radio Sportiva, ha seguito Euro 2020 al seguito dell'Italia
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Il controcanto dei vizi e dei difetti del calcio italiano è il pomeriggio di San Siro dove Inter e Atalanta regalano uno spot al nostro pallone. Nessuna delle due all'altezza delle grandi d'Europa, ancora e non ancora, e quando chissà. Però la verità è che di partite così forse solo quella tra Roma e Sassuolo e allora imparino difensivisti e chi crede ancora che una gara senza reti sia la sublimazione dello spettacolo: Inter e Atalanta hanno giocato a ritmi da Premier e col piede sempre premuto sull'acceleratore, sbandare è all'ordine del giorno. Chi non l'ha fatto sogno gli attaccanti: Romelu Lukaku è, al netto del pomeriggio duro contro il Manchester City, già Re di Londra col Chelsea e la Juventus è avvertita in vista di mercoledì. Il capolavoro di Lautaro Martinez e la partita di Edin Dzeko raccontano però la capacità anche della dirigenza di saper andare oltre a un sacrificio comandato dall'Oriente. C'è però la prestazione di Samir Handanovic, ancora una volta sulle montagne russe, ancora una volta nel pieno dell'alternanza tra notti da capolavoro e partite ricche d'errori, a lasciare aperto un interrogativo. Quanto tempo potranno e dovranno ancora concedere società e Simone Inzaghi allo sloveno? A microfoni accesi e nelle scelte, dunque pure ufficiosamente, è ripagata da una maglia da titolare. Però pure ieri rischiava di costare carissimo ai nerazzurri, col secondo errore in chiusura di partita. Ausilio e Marotta son già, per l'anno che verrà, sullo svincolato André Onana dall'Ajax. Che escano ora i rumors, che ci sia ora a settembre una trattativa attiva, racconta delle strategie del futuro. E' il presente che, come arriva anche dai commenti dei tifosi nel post gara, che preoccupa.

IL CORAGGIO DEL MILAN E IL FUTURO DI PIOLI A proposito di portieri e non solo. Il Milan ha avuto coraggio. Di credere nel futuro e negli investimenti, nella speranza e nelle idee. Di andar oltre le pretese di chi era a scadenza e di puntar forte sui sostituti. Di consegnare le chiavi del progetto a un allenatore, Stefano Pioli, per il quale adesso Ivan Gazidis, Paolo Maldini e Frederic Massara devono fare, insieme, squadra per prendere subito una decisione: rinnovare il contratto. Pioli è un tema che le parti molto serenamente dovranno affrontare ma in un percorso così lineare e coraggioso da parte del club, blindare il tecnico deve essere a breve il prossimo step. Non è ancora una formazione europea, è inevitabile: è troppo giovane, la straordinaria storia di Daniel Maldini, gli innesti, gli ingressi e i ricambi, dimostrano che quella rossonera è una rosa acerba per l'Europa ma che in Italia ha già dimostrato di poter lottare per vincere. Perché ha un'identità che in poche altre hanno: l'alibi dei giovani, che altrove si rifugge, è evitato pure da Pioli. E' un Milan da Scudetto? E' certamente all'altezza del ritorno in Champions. L'Inter, più esperta, con giocatori più abituati alle notti che contano, parte avanti. Lo farebbe pure la Juventus, gatto che in troppi danno già nel sacco.

LA JUVENTUS NON E' FINITA Che problemi ha, questa Juventus? Una rivoluzione che è stata impossibilitata a fare, più che incapace. Strozzata dal bilancio, la lista dei giocatori invenduti, perché invendibili, racconta da sola la storia del cambiamento che non c'è stato: Ramsey, Rabiot, Rugani, Alex Sandro, De Sciglio, Perin e via discorrendo. Chi sta stupendo è Massimiliano Allegri: il taglio tattico delle prime partite, e pure le conferenze, hanno dimostrato una ruggine inattesa che sta però pian piano togliendo. Il calcio è rotolato velocissimo in questi anni: numeri, statistiche, dati, studio. S'è forse troppo calato nel personaggio del pallone del 'chi ne fa uno in più vince' e del calcio d'altri tempi. Giochisti e risultatisti è un blanc et noir che non giova a nessuno e prima se ne accorge Allegri, meglio sarà per la Juventus. Ha l'intelligenza e le capacità per superare, come in passato, questo momento, e per dimostrare a molti che il valore della Juventus è ben altro che quello visto ultimamente. E le battute sullo 'scontro salvezza' con lo Spezia, al tifo bianconero, pare non siano troppo gradite visto il momento. Che problemi ha, allora, questa Juventus? Il gioco, ma ha i giocatori e l'allenatore per superarlo. Per vincere lo Scudetto? Non è abituata a non partir da favorita, e forse è lì, il contraccolpo psicologico che non ha finora retto. Provi a far l'umile e a rimboccarsi le maniche, andando in trincea. Può togliersi soddisfazioni, magari proprio grazie ai 'giovani'.

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