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I buoni propositi (sul mercato) per l’anno nuovo

di Luca Marchetti
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© foto di Federico De Luca

Fine anno, tempo di bilanci. Nel calcio è sempre un po’ strano, perché le stagioni (e quindi i bilanci) si chiudono a giugno. Se poi a questo aggiungete la situazione determinata dal Covid è ancora più complicato.
Quello che ci interessa probabilmente sono i buoni propositi. Ovvero migliorare le squadre. E’ chiaro che bisogna partire dai bilanci, ovvero dalle considerazioni fatte finora, e quindi dai risultati. Ma è evidente che in questo momento l’unica squadra che può realmente sorridere è il Milan. Il lavoro fatto in questo anno dalla società rossonera e dalla squadra è incredibile. Intanto per far togliere dalla testa alla proprietà l’idea Rangnik. Ed averlo fatto già di per sé è un mezzo miracolo. E poi aver continuato in quel percorso netto iniziato dopo il lockdown di Marzo è altrettanto pazzesco. Il Milan, come sapete, è la squadra che ha fatto più punti in questo anno solare. E l’applauso se lo merita tutto. Questo non significa che rimarrà ferma sul mercato perché funziona tutto.
Intanto un difensore. Lo cercava a settembre, a maggior ragione lo cerca ora. Dopo aver chiesto gli straordinari a tutti i suoi componenti della rosa, ha bisogno di giocatori di ruolo, non necessariamente veterani, perché l’impostazione della società è piuttosto chiara. E allora ecco Simakan, che il Milan stava seguendo da tempo, e che resta l’obiettivo numero uno. Difficile che arrivi un attaccante: a metà gennaio dovrebbe tornare Ibrahimovic e col suo rientro uno tra Leao e Rebic finirà in panchina (oltre a Hauge, Brahim Diaz e uno tra Saelemaekers e Castillejo). Ecco perché non c’è urgenza. Può essere invece un’opportunità prendere un altro centrocampista, semmai Krunic dovesse andare via (e lo sta chiedendo con più insistenza, almeno in Italia, il Genoa. Ma il Milan non ha tutta questa fretta...
Non ha fretta neanche l’Inter, anzi. L’Inter non vuol emettere fretta al proprio allenatore. E se da un punto vista comunicativo è comprensibile la voglia della società tutta di non mettere pressione sull’allenatore, dopo il secondo posto dello scorso anno, migliorare significa vincere. Nessuno ha l’obbligo sia chiaro. Ma che l’Inter strutturalmente sia tra le più complete (se non la più forte) è una banalità.

Le incognite sono tante è vero, ma ora con la solidità ritrovata si ritrova lassù, soltanto a un punto dalla testa della classifica. Interventi sul mercato? Solo a costo zero. E non è detto che una partenza presupponga un arrivo. Per esempio Nainggolan non verrà sostituito. Anche perché lui stesso ha detto che nonostante stesse bene non veniva mai utilizzato. Serviva invece al Cagliari, soprattutto dopo l’infortunio di Rog. E poi se il diktat è quello di far dimagrire il monte ingaggi ecco che cedere senza acquistare è uno dei modi per poter far riequilibrare i conti.
Nella stessa situazione si trova la Juventus: squadra competitiva, poche risorse da poter investire sul mercato di gennaio (a parte investimenti sul futuro e mosse di anticipo, tipo Rovella del Genoa). Certo rispetto all’Inter ha un ritardo importante rispetto alla vetta della classifica e l’equilibrio ancora Pirlo non l’ha trovato. La strada imboccata non sarà sempre libera. Per questo servirà pazienza. Ma magari serve una punta in più: ed è per questo che si sono ripresi i contatti con Llorente, in uscita dal Napoli. Ma il Napoli, giustamente, visto che Osimhen è ai box e Mertens anche, vuole capire come stanno i due giocatori prima di cedere lo spagnolo. Anche perché Milik di sicuro non giocherà nel Napoli, anche se non dovesse essere ceduto. E ora la squadra che sta facendo dei passi in avanti è l’Atletico Madrid.
Il leit motiv di tutte le squadre è: no soldi. Quindi sotto con gli scambi o con le opportunità. I tanti parametri zero che per esempio possono muoversi con qualche mese d’anticipo. Oppure quei giocatori (come Nainngolan) che non fanno proprio più parte del progetto tecnico. E che quindi devono trovare il modo di poter andare via per giocare. O come Khedira, che vorrebbe giocare in Premier.
Sono poche le società che possono permettersi una spesa in più. Una è sicuramente il Napoli, l’altra è l’Atalanta che infatti ha perfezionato l’acquisto di Maehle, per 10 milioni al Genk più 4 di bonus. Atalanta che nel frattempo dovrà comunque risolvere in un modo o nell’altro la questione relativa al Papu Gomez. La Roma cerca un vice Pedro (o vice Mkhitaryan) e il nome più caldo è quello di Stephan El Shaarawy che già era stato vicinissimo al ritorno ad ottobre e che potrebbe tornare in prestito. Al Genoa è praticamente fatto l’arrivo di Vavro dalla Lazio (prestito con diritto di riscatto fissato a 15 milioni di euro) mentre si cerca un centrocampista centrale. Anche perché il tentativo di mediazione con Schone a rimanere non è andato a buon fine.

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