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Donnarumma: chi contesta i fischi… non li ha capiti (o non li vuole capire). Wijnaldum: vietato pentirsi. Razzismo da stadio: è ora di passare ai fatti. E Cassano su Marotta…

di Fabrizio Biasin
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Il trionfo della noia non può che compiersi a metà della micidiale pausa per la nazionale. È martedì, tra breve si torna in campo, ma al momento ci rompiamo le balle in maniera feroce, al punto che qualunque cosa diventa notizia. “Barella ha detto che gli è sempre piaciuto molto Stankovic”. Ieri pomeriggio diversi siti aprivano con questo travolgente scoop. Mica è colpa loro, del resto meglio una verità su Barella che 332432 balle di mercato (ci sono anche quelle, non temete).

In questa penuria di metà ottobre, anche noi preferiamo evitare di scrivere (troppe) puttanate e diciamo poche cose mirate.

La prima riguarda i fischi a Donnarumma, condannati da quasi tutti i benpensanti. Noi no, non siamo d’accordo (che poi perché “noi”, “io” non sono d’accordo). I fischi a Donnarumma non vanno banalizzati o ridotti a “che fessi quelli lì”, perché sono molto più profondi di quel che si possa pensare.
In mezzo alla folla di San Siro ci sarà stato di sicuro qualche scemo che si è messo a fischiettare solo per vedere l’effetto che fa, ma la sensazione è che la maggior parte di coloro che si sono lasciati andare (al punto da “profanare” la maglia azzurra!), lo abbiano fatto perché spinti dall’esasperazione, una cosa del tipo “non ne possiamo più”.

Qualunque giocatore ha chiaramente il diritto di fare quel che vuole con la sua carriera, ma c’è modo e modo. Nel caso specifico, Donnarumma era l’oggetto “fisico” dell’incazzatura generale, ma quella, l’incazzatura, era rivolta anche al suo procuratore e a tutti i faccendieri del pallone che da troppo tempo fanno il bello e cattivo tempo.

Questi signori possono permettersi di borbottare, di riempire le prime pagine dei giornali, di parlare di milioni come se fossero pistacchi e, in sostanza, di fare quel che vogliono, senza che nessuno dica “beh”, in particolare con l’assenso del famigerato “Palazzo del calcio”. Già, i grandi capi, quelli che “il calcio è dei tifosi!” in realtà, dei tifosi, se ne fottono, al punto che vorrebbero levargli persino il diritto di fischiare. Ma scherziamo?

No, quei fischi non erano semplici capricci di chi ha visto andar via il suo portierone, ma reale incazzatura di chi non ne può più dei Raiola e di tutti quelli che ogni giorno, nel calcio, inseguono un’unica Stella Polare (il grano) e in parallelo calpestano qualsivoglia principio di riconoscenza.

È bello fischiare un giocatore che indossa la maglia azzurra? Certo che no. La domanda da porre, però, è un’altra: quello che è successo testimonia quanto la gente sia stufa marcia di come viene (mal)trattato il pallone da ormai troppo tempo? Assolutamente sì. Riflettete, signori miei.

Prendete Wijnaldum, giocatore del Psg. Dice: “Non sono soddisfatto, pensavo di giocare di più”. Georginio, figlio mio, si chiamano scelte. E forse al tuo posto avremmo tutti preso la stessa decisione (ti danno un sacco di palanche!), ma magari anche no. Hai scelto il grano – tu, come Donnarumma e molti altri – e hai fatto benissimo. Se, invece, preferivi una maglia da titolare fisso e la possibilità di far parte di una vera squadra di calcio (il Psg probabilmente vincerà un milione di partite, ma difficilmente diventerà mai una “squadra”) allora dovevi riflettere di più. E di sicuro non lagnarti adesso.

Una cosa sul razzismo da stadio. Ecco, tra pochi giorni riparte la rumba della serie A e, magari (speriamo di no), torneranno a farsi vivi i cretini dell’ululato. Cortesemente, vediamo di non farci trovare impreparati. Alla prima boiata, semplicemente, fermiamoci. Non soltanto il diretto interessato, tutti quanti, magari a partire dagli avversari. Sarebbe cosa buona e giusta, molto più che ritrovarsi a cose fatte a dire “individuiamo il colpevole brutto e cattivo!”.

Chiudiamo con Cassano, bravo ragazzo, ma in questo caso un filo fuori strada. Dice così:
“Marotta è un incompetente suoi giocatori di pallone. Non ne conosce nessuno. Marotta deve ringraziarmi, se abbiamo fatto bene alla Sampdoria lo deve a me”.
Ecco, poi non dire che non ve l’avevamo detto: la sosta fa male.

Ps. Ringraziamo i coreani per averci donato Squid Game, l’unico sollievo alla Pausa per la Nazionale. Ah, che serie meravigliosa…

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Martedì 7 Maggio 2024
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Lunedì 6 Maggio 2024
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