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Cosa deve fare Aurelio De Laurentiis per non rompere il giocattolo Napoli? Rinnovare Osimhen è il primo passo. Anche perché perdere Kim e Spalletti è già un bruttissimo colpo

di Andrea Losapio
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© foto di Lorenzo Di Benedetto

Sembrava tutto fatto per il rinnovo di Luciano Spalletti. Una cena in un locale per trovare l'accordo, una stretta di mano e la sensazione che non ci fosse nessuna telenovela di mercato in vista. Au contraire, direbbero i francesi. Perché il tecnico nei giorni scorsi ha incrociato più volte il Presidente De Laurentiis, senza però sciogliere l'emotività delle scorse settimane. Non ha neanche preso parte alla conferenza stampa di presentazione per il consueto ritiro di Dimaro, in Trentino, dove abitualmente il Napoli cerca di fuggire all'afa del solleone estivo, preparando una nuova stagione. Così al momento la situazione è questa: il Napoli ha fatto valere l'opzione per un altro anno, fino al 30 giugno del 2024, con un ingaggio più alto di quelli precedenti. 3,5 milioni che, di fatto, andrebbero nelle sue tasche qualora la situazione non dovesse precipitare.

Ma non ci siamo già? È questa la domanda da farsi. Spalletti ha voglia di rimanere un altro anno, dopo le tante uscite di De Laurentiis? Perché se è vero che le intuizioni del numero uno hanno fatto breccia nei risultati, dall'altra parte l'allenatore è stato messo da parte. Quasi oscurato dal proprio patron, felicissimo del suo primo Scudetto e della sua volontà di volere rifare completamente la squadra, anche sacrificando giocatori che potevano essere a fine ciclo. Lorenzo Insigne, certo, così come Dries Mertens, due che guadagnavano moltissimo e che oramai erano ultratrentenni. Kalidou Koulibaly e Fabian Ruiz, invece, sono stati ceduti a un anno dalla scadenza contrattuale, scambiandoli con Kim, 17 milioni, e Ndombelé, prestito con diritto di riscatto che non verrà esercitato anche a causa di un ingaggio monstre.

Quindi che futuro per Spalletti? Attualmente non è dato sapere, quel che sembra chiaro è che lo Scudetto può portargli alcune offerte anche irrinunciabili, da fuori Italia. Il Napoli ovviamente dovrebbe ripartire da lui, ma sarà disposto ad accettare le condizioni del suo tecnico? E poi, non sembra che il giocattolo sia già in panne e debba registrare delle migliorie? Perché lo Scudetto non era ancora stato vinto e Giuntoli di fatto era già alla corte juventina - rifiutando anche il Manchester United - per cui ora manca solo l'ufficialità. Vero è che, al netto delle parole di quest'anno, i due erano ai ferri corti da almeno un annetto e mezzo, ma l'ultima stagione, coincidente con lo Scudetto, gli ha dato un nuovo status e un'altra appetibilità rispetto a prima.

E nella serata di ieri, sono arrivate parole che sanno di addio. Aurelio De Laurentiis a margine della presentazione delle medaglie celebrative del terzo Scudetto ha parlato anche di Luciano Spalletti. Intercettato da Sky Sport, il presidente azzurro ha risposto alle domande sul futuro dell'allenatore di Certaldo: "E' un fuoriclasse e i fuoriclasse devono trovare un field per esprimersi al meglio, da noi l'ha trovato e ha funzionato tutto. Speriamo che in futuro riesca a esprimere ancor di più la sua capacità di aggregare. Meglio se Napoli? Senza dubbio, ma nella vita la libertà è un bene incommensurabile e invalutabile, non bisogna tarpare le ali a nessuno, come nessuno deve farlo con me. Bisogna restare legati. Io sono legato ad Ancelotti, Mazzarri, Reja, Benitez. L'importante è essere grati a chi ti ha dato e a chi ha ricevuto. Chi ha dato ha dato ha dato, chi ha avuto avuto avuto, scurdammoce o' passat simm e Napul paisà".

Poi, appunto, Kim Min-Jae, il sostituto di Koulibaly, che ha sul piatto alcune proposte milionarie. Lì c'è una clausola da 55 milioni, si può fare poco per sperare di mantenerlo. Ma anche fosse, se arrivasse una proposta da 50 milioni, sarebbe così logico tenerlo? La risposta è no, perché in pochissimi difensori valgono quelle cifre e incassare per reinvestire può anche far migliorare una squadra. Però siamo già a due protagonisti che andrebbero via. Poi c'è da capire come è la situazione Zielinski, che scade fra un anno e non c'è intenzione di presentare una proposta verso l'alto per quanto riguarda l'ingaggio. Situazione simile anche per Lozano.

Insomma, oltre a Spalletti ci sono due veterani che possono lasciare, più Ndombele. Meret potrebbe avere mercato all'esterno e a quel punto ci sarebbe Vicario come alternativa. È però il modo di trattare un giocattolo che, in questa stagione, ha vissuto momenti di altissimo livello? Anche perché c'è poi la situazione relativa a Victor Osimhen. Ha fatto la differenza, è sembrato decisamente il calciatore più forte di questo Napoli e ha portato tutta la squadra a un livello superiore. Non ha ancora 25 anni - li compirà a fine dicembre - e tutte le big lo vogliono. Ora guadagna 4,5 ma, per lanciare un segnale all'organico (e forse anche a Spalletti) sarebbe una scelta perfetta quella di rinnovargli il contratto, attualmente in scadenza 2025. Un ritocco forte - intorno alle cifre di Lautaro e Leao, 6,5 all'anno - potrebbe essere abbastanza per convincerlo di rimanere un altro anno, magari inserendo una clausola di risoluzione intorno ai 150-160 milioni. Così se dovesse arrivare una proposta, come per Kim, ci sarebbe poco da sfogliare la margherita. Altrimenti godersi per altri due anni un centravanti assolutamente dominante.

È una questione fondamentale, dopo quello che è successo con Spalletti. Vero è che ci sono nomi anche intriganti per il futuro, come quello di Antonio Conte, per dirne uno. Più difficili De Zerbi, Gasperini o Italiano, mentre Benitez è una suggestione per chi vuole puntare alla Coppa. Si può fare, ma con un grande attaccante come Osimhen sarebbe più semplice. Ma il Napoli della sostenibilità potrebbe rivoluzionare un'altra volta, facendo capire che il ciclo è durato poco, pochissimo. Probabilmente un solo anno.

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