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Allegri ha ragione: il campo è una cosa, il bancone un'altra. Conte-Roma cambierebbe tutto. Polemica Cairo-Petrachi, un errore rispondere al Presidente. Milan del futuro: due nomi per il dopo Rino

di Michele Criscitiello
Direttore di Sportitalia e Tuttomercatoweb
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Avrei voluto fare un editoriale solo sui giovani poi, però, ho cambiato idea perché a campionato (virtualmente) finito tranne che per un posto, il quarto, c'è da parlare soprattutto di mercato. I giovani italiani ci fanno sperare per il futuro. Una volta bisognava aspettare 4-5 anni, se tutto andava bene, per vedere un ragazzo passare dalla Primavera alla prima squadra. Adesso è cambiato tutto. Il Torino si gode Millico, nell'ultimo periodo infortunato, e - se Bava prenderà il posto di Petrachi - è probabile che il 2000 del Toro rientri costantemente nel giro della prima squadra. Ancelotti ha Gaetano, classe 2000, che in Primavera con Baronio sta facendo numeri da circo e, più che parlare dei mal di pancia di Insigne, i napoletani dovrebbero godersi un altro figlio di Napoli che gioca nel Napoli. Non male. La Juventus ha un gioiellino del 2002, mezzala, Nikola Sekulov che Viscidi si è portato subito in Nazionale, non appena il ragazzo ha acquisito passaporto italiano, nonostante l'esordio con la Nazionale macedone. Questo ragazzo, con la maglia della Juve, in Olanda ha fatto cose assurde e molti club di Premier lo seguono. La Juventus deve ancora fargli firmare il vincolo e rischia di perderlo per soli 190 mila euro. Il resto mancia.
Passiamo all'attualità: il titolo era forzato perché stavolta vi invoglio a leggere il mio pensiero. Premesso che la tv urlata la odio, premesso che la tv di confronto e scontro la amo, credo che non tutti la pensino come il sottoscritto. Se Allegri si incavola in tv e Adani lo manda a quel paese, secondo me è una tv vera ed è meglio di mille domande inutili, monotone o materasso. Quindi ben vengano confronti accesi, anche a fine stagione. Chiusa la premessa... Io sto con Allegri. Ma anche con Adani. Non voglio tesserarmi alla Democrazia Cristiana ma, se mi seguirete nel ragionamento, forse, capirete che si può stare sia con l'uno che con l'altro.
Credo di essere l'unico a ricoprire un doppio ruolo. Brutto e scomodo. Quello di Adani (più o meno) e quello di Allegri (più meno che più). Fare calcio è una cosa, complicata, parlare di calcio è un'altra. L'allenatore della Juventus quando sbotta e dice ad Adani "siete solo teoria" ha ragione. Noi giornalisti/critici/opinionisti televisivi possiamo dire quello che vogliamo, insultare calciatori, presidenti e allenatori, tanto non avremo mai la controprova che quello che diciamo o facciamo sia giusto. Il nostro è un lavoro "comodo". Io giudico, attacco e critico ma non è detto che io sia più bravo di colui il quale sto criticando. Allegri non ha torto. Lui ha vinto sei campionati italiani, disputato due finali di Champions ed è un grande allenatore. Quanti di quelli (da me ad Adani) che oggi giudicano queste persone sarebbero capaci di fare meglio di Allegri o chi per lui? Nessuno! La verità è che Allegri ha ragione perché è il campo che lo dice. Le critiche ci possono stare, ma resteranno sempre a zero perché Allegri potrebbe essere criticato solo da chi ha vinto più di lui: nessuno o quasi. Ma non riesco a dare torto ad Adani. Per una serie di ragioni. Lele ha sbagliato solo una cosa: dire a Max "zitto lo dici a tuo fratello" anche perché credo che questo linguaggio non piaccia a chi accende la lucina rossa della telecamera. Dispiace che nell'occhio del ciclone sia finito Adani perché, insieme a Beppe Bergomi, è il migliore di tutti gli opinionisti che abbiamo in Italia. Persone serie, competenti, appassionate di calcio e - oltre a parlare bene - sia Adani sia Bergomi dicono cose giuste. Adani è cresciuto da noi, a Sportitalia. La storia la conoscono in pochi. Lele smette di giocare a calcio, è pronto ad iniziare l'avventura da vice allenatore di Silvio Baldini. La domenica Baldini è ospite fisso a Sportitalia. Parte da Massa Carrara, si ferma a Modena a prendere Adani e vengono insieme in studio. Baldini in onda e Adani dietro le quinte. Una volta, due, tre, quattro... Baldini mi chiede di far fare qualcosa ad Adani e la domenica sera avevamo il calcio argentino. Io rispondo: certo Silvio ma gratis. Adani commenta con Stefano Borghi il calcio argentino e lì nasce la passione.

Prima, però, c'è la parentesi sfortunata di Vicenza. Baldini-Adani durano poco. Vanno a casa, esonerati. Adani studia il calcio (qui entra la teoria di Allegri), si informa, parla bene e ha una dote innata: fare il telecronista/commentatore. Va a Sky e, nonostante non sia un grandissimo campione del passato, spacca tutto. Semplicemente perché è bravo. Essere un bravo commentatore non significa essere un bravo allenatore. Vedi la carriera di Dario Marcolin: con il microfono fortissimo, in panchina un disastro. Fece il grande errore di lascia Mihajlovic da vice per andare da solo: disastri a Padova, Avellino e Modena. Allegri ha sbagliato una cosa: ha reagito male in una serata in cui nessuno gli aveva fatto la guerra. Era roba vecchia ed è esploso alla buona sera. Adani è un gran commentatore, come Allegri è un grande allenatore e dice, ripetiamo, una sacrosanta verità: fare calcio è un casino; difficilissimo. E vincere è molto complicato.
Petrachi-Conte cambierebbe la Roma. L'eventuale arrivo dell'ex allenatore del Chelsea, tre anni a 8 milioni di euro a stagione, potrebbe portare benefici al nostro campionato. Anche se non bisogna commettere lo stesso errore di Napoli. Ancelotti senza squadra non fa miracoli e anche Conte senza squadra non farebbe nulla. Se prendi allenatori così devi fargli fare il mercato su misura, tailor-made. Come un sarto con l'abito. Petrachi è la carta vincente, la priority pass per entrare nella saletta del mondo di Conte che cerca un vice dopo l'addio con Angelo Alessio. Ancelotti è andato a Napoli perché voleva rientrare in Italia, fare una vita sana e voleva lanciare il figlio come allenatore. Sta facendo tutto questo ma si è dimenticato la cosa più importante: vincere. Conte avrà una linea di credito importante ma gli vanno comprati i calciatori. A Roma il vero problema è la confusione societaria. C'è Totti, comanda Baldini, si aggiunge Petrachi e forse andrà via Massara, a Bologna con Sabatini. Petrachi deve stare attento a bruciarsi. Va bene il triennale (anche se ha un altro anno con il Torino), va bene che parliamo della Roma ma non ha il carattere per prendere ordini da Franco Baldini. Deve mettere le cose da subito in chiaro. Cairo ha un grande pregio: i conti li guarda lui, è sempre presente, ma lascia anche che i suoi manager decidano nel lavoro che svolgono. Passare da Torino a Roma, per Petrachi, non sarà una passeggiata ma è una chance che Gianluca merita per l'ottimo lavoro svolto in questi anni granata. Un errore l'ha commesso, tuttavia: rispondere pubblicamente al Presidente Cairo è stato uno sbaglio, a maggior ragione se già hai fatto tutto, come sembra, con la Roma. Cairo parlava da Presidente ferito e ci stava, Petrachi avrebbe dovuto lasciar correre. Per convenienza, rispetto e opportunismo. Ha risposto, in parte, bene ma non gli è convenuto creare una polemica dopo anni stupendi trascorsi insieme. E il Presidente... ha sempre ragione!
In chiusura parentesi sul futuro del Milan. Il rapporto tra Gattuso e alcuni calciatori non è idilliaco come una volta. Gattuso, nonostante il contratto, si sta guardando intorno e con Jorge Mendes troverà la soluzione migliore per il suo futuro: forse la Premier. I numeri danno ragione a Rino e ha anche una immagine forte per trovare una squadra competitiva in un campionato migliore del nostro. Leonardo si guarda intorno e, in attesa di capire se farà o meno la Champions League, sta studiando due profili. Primo: piace Maurizio Sarri ma se bloccano il mercato al Chelsea, Sarri resta dov'è. Secondo: piace Gasperini che vorrebbe la seconda chance della vita dopo l'Inter. Più indietro Garcia. Non pervenuto Donadoni che sarebbe servito solo come traghettatore in caso di addio di Gattuso a stagione in corso.

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