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TMW RADIO - Ulivieri: "Se non cambia il protocollo, il movimento femminile non ripartirà"

di Dimitri Conti
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport
Archivio Tutto Calcio Femminile 2020
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Tutto Calcio Femminile con Niccolò Ceccarini. In collegamento Luca Calamai, Renzo Ulivieri e Claudia Romanelli
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Renzo Ulivieri, presidente dell'Assoallenatori, è intervenuto nel corso di Tutto Calcio Femminile, trasmissione in onda sulle web frequenze di TMW Radio, cominciando però con le prospettive della massima serie maschile: "Di tredici società che hanno fatto i controlli ci sono dieci positivi, di cui sette calciatori e tre dello staff. Sono numeri bassi, e viene da pensare che il contagio l'abbiano preso da altre parti. Indubbio che il 100% di sicurezza non l'avremo mai e che nuovi casi ce ne saranno, se uno fa la vita normale. Inutile partire se al primo positivo poi si ferma tutto".

Qual è lo stato d'animo degli allenatori che rappresenta? I calciatori ad esempio sembrano divisi...
"Loro sono figure intermedie, e con qualche anno in più può darsi che abbiano maggior distacco. Non ho sentito tutti, ma va considerato che seguono le linee della società: in linea generale ho avvertito grande disponibilità ad aiutare in un momento di difficoltà, e parlo degli allenatori di alto livello. Tutti parlano di economia, anche il mio barbiere: perché il calcio non dovrebbe? Ci sono centinaia di migliaia di lavori dipendenti, si va sul milione. Chiaro che anche noi dovremo parlare di economia e fare due conti, altrimenti vorrebbe dire vivere sulla Luna e non prendersi cura di queste persone".

Il calcio femminile ripartirà?
"Qui il problema è diverso: con un protocollo come quello di oggi, il movimento femminile non ce la fa. L'auspicio di tutti, e includo anche Serie B e C, è di arrivare alla fine dei campionati, visto che potremmo arrivare anche ad una situazione di grande miglioramento".

Lei che è anche allenatore del Pontedera femminile: potreste essere promossi in B?
"Non lo sappiamo, la decisione spetta alla Lega dilettanti. La A e la B invece fanno parte della divisione di calcio femminile. Credo che nella serie dei dilettanti dove siamo noi, sia difficile ripartire a meno che in due mesi si torni alla vita normale. Le soluzioni son due: o si fa finta di non aver giocato, o si prende atto della fine del torneo e si dà valore all'evento sportivo. Credo che nell'intenzione della federazione ci sia la seconda".

Quando prenderà una decisione il Governo sulla ripresa del calcio?
"Credo serva ancora una settimana, ci sono ancora dei protocolli da rivedere. Ma nel mondo, a parte la Francia, stanno partendo tutti. Una considerazione va fatta nell'ottica di salvare il salvabile, anche economicamente e lo dico senza vergogna. Poi si pensa alla prossima: in gioco non ci sono solo contratti di alto livello, ma stipendi di centinaia di migliaia di persone. Noi dell'Assoallenatori abbiamo detto di tutelare stipendi inferiori a 30.000 euro, e qui non vorremmo discutere. Per altre situazioni ci sediamo al tavolo".

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