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L'emblema della stagione del Tottenham: Ndombele, 7 partite per convincere Mourinho

di Michele Pavese
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Sembra trascorsa un'eternità. Un anno fa, Tanguy Ndombélé era uno dei pezzi pregiati del mercato. Dopo una stagione strepitosa a Lione, il centrocampista francese era conteso da molti grandi club; a spuntarla fu il Tottenham di Mauricio Pochettino, vice-campione d'Europa. Una squadra ambiziosa, che aveva aggiunto tasselli importanti a una rosa capace di andare al di là delle più rosee aspettative, sperando di competere ancora a lungo ad altissimi livelli. Gli Spurs, però, si sono scontrati contro una durissima realtà: non solo non sono stati in grado di ripetere la meravigliosa cavalcata europea, ma addirittura è arrivato l'esonero del tecnico artefice della crescita del club. Una separazione inaspettata e dolorosa, così come inaspettato è stato il rendimento di alcuni giocatori che avrebbero dovuto garantire quel salto di qualità tanto atteso. Sorprendente in negativo.

Rapporto complicato - L'esperienza londinese di Ndombélé è assolutamente emblematica in questo senso. "Nella storia del calcio ci sono stati tanti giocatori che hanno fatto bene dopo un inizio difficile", ha detto José Mourinho, quasi a voler caricare il 23enne e a zittire chi sostiene che Ndombélé non voglia più giocare alle sue dipendenze. Il loro rapporto, in realtà, è sempre stato molto controverso, caratterizzato anche da alcune frasi ad effetto del manager portoghese, come quella dello scorso marzo, quando ammise di fare fatica a giustificare i 60 milioni spesi per acquistarlo: "Su YouTube potrebbe impressionare qualcuno, poi lo guardi e non capisci perché abbia avuto quella valutazione". Insomma, di idillio proprio non si può parlare e la cessione sembra essere inevitabile.

Aspettative e bivio - Eppure, l'acquisto di Ndombélé era stato accompagnato da un coro quasi unanime di complimenti. Erede designato di Moussa Dembélé, che era stato il faro del centrocampo di Pochettino fino alla sua partenza per la Cina, l'ex Amiens aveva mostrato doti uniche a Lione. A colpire, in particolare, era stata la sua grande capacità di dribblare gli avversari, una caratteristica rara in un centrocampista centrale, che lasciava intravedere una grande personalità. In Inghilterra non è ancora riuscito ad adattarsi a un calcio più fisico ed è stato frenato da qualche problema muscolare. Gli restano sette partite per giustificare l'investimento e convincere il Tottenham a scommettere ancora su di lui. Il Barcellona osserva interessato gli sviluppi.

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