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TMW RADIO - Fedele: "Rui Costa rimpianto. Buffon e Thuram, che trattativa con la Juve"

di TMWRadio Redazione

A raccontare le sue vicende sportive a TMW Radio, durante Maracanà, è stato l'ex dirigente Enrico Fedele.

Inizia nel 1972 la sua carriera da ds?
"Un po' dopo a Nola, la mia città Natale. Perché questa scelta? Finii di giocare nel Benevento e già ero un capopopolo. Allora ho smesso per un'ernia del disco a 27 anni, ma l'allora presidente mi chiese se volevo cominciare a fare questo mestiere. Feci per questo un apprendistato a Nola, e da allora non mi sono più fermato. Tornai nel Benevento e da lì sono diventato un vero direttore sportivo. Ho fatto esordire in porta il papà dell'ex Milan Abate. Poi sono andato a Reggio Calabria, Salerno, nel 1982 poi capii che il calcio stava andando verso lo svincolo dei calciatori e pensai che prima o poi sarebbe arrivata una cosa del genere in Italia. Poi arrivò la legge Bosman che ha cambiato tutto. E io Bonetto, Pasqualin, Caliendo, abbiamo creato l'associazione dei procuratori, non molto ben vista ma capirono tutti che eravamo gente di calcio, che sapeva come muoversi in questo mondo".

La trattativa più difficile?
"Quella che portò Thuram e Buffon alla Juventus dal Parma. Sembrava dal primo incontro che fosse difficile, invece poi la situazione si sbloccò. Il rammarico è quello di aver preso un aereo per aver cercato di convincere Rui Costa, ma ci fu poi l'intervento del Milan che lo portò in rossonero".

La trattativa che avrebbe voluto fare?
"Io ho apprezzato col tempo Giuntoli, ma il georgiano è quello che che mi avrebbe dato più soddisfazione. Mi ricorda me quando presi Gilardino. Mi fu segnalato giovanissimo, dissi a Tanzi che ero sicuro di lui. Altra trattativa fu per Cassano, offrimmo tanti soldi per lui ma la Roma poi riuscì a prenderlo".

Più forte Totti o Cassano?
"Totti è il più forte giocartore in assoluto degli ultimi 50 anni, era una classe cristallina che abbinava anche alle sue qualità realizzative. E' stato determinante, non aveva bisogno di altri per fare gol".

Se le dico Crespo?
"Una delle persone più serie che ho conosciuto, un ragazzo bravissimo, furbo, cecchino".

L'allenatore con cui ha lavorato meglio?
"Tutti. Sono partito dalle basse categorie, ma mi hanno sempre riconosciuto una certa competenza e non ho mai fatto invasioni di campo".


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