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Pro Sesto, Andreoletti: "Non chiamatelo miracolo, ma sogno. B? Questa è la nostra dimensione"

di Tommaso Maschio

Anche Tuttosport dedica ampio spazio al miracolo Pro Sesto, club sorprendentemente in vetta al Girone A di Serie C, con una lunga intervista al giovane tecnico dei lombardi, quel Matteo Andreoletti, classe ‘89, che rappresenta un po' la risposta nostrana a Julian Nagelsmann e Matthias Jaissle. L’allenatore chiarisce subito di non voler sentir parlare di miracolo: “No, non lo è perché i miracoli arrivano dal nulla mentre qui c’è lavoro, programmazione, da mesi stiamo lavorando per questo sogno. Chiamiamolo sogno, favola, ma non miracolo. Serie B? Al bar vicino allo stadio ho visto delle foto e ho chiesto ad alcuni pensionati che qualcosa si ricordano, ma signori non scherziamo, questa è la nostra dimensione. Non può esserlo in un campionato dove ci sono club come Pordenone, Feralpisalò, Vicenza e Padova che hanno budget per noi inavvicinabili, tradizioni e ambizioni. Leicester? Sono cose che si verificano ogni 100 anni, certo nessuno si sarebbe aspettato che avremmo raggiunto la salvezza già a febbraio. - continua Andreoletti – All’Atalanta ho assorbito i valori di Mino Favini, è qualcosa che ti entra dentro e ti lascia il segno, sono insegnamenti che porto sempre con me e trasmetto ai miei giocatori. Modelli? Per anni ho dedicato le mie vacanze a seguire i ritiri estivi di allenatori come Sarri, Giampaolo, De Zerbi, Gasperini e Italiano. Riempivo fogli e memorizzavo con gli occhi. Allenare è sempre stata la mia passione. Cerco di arrivare al risultato col gioco, ma non sempre è questo che ti fa vincere le partite. Non ho problemi a cambiare modulo e parto dal basso, ma senza esagerare”.


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