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ESCLUSIVA TMW - L'ex Venturato: "Crisi SPAL? Dovrebbe dar più tempo ai mister per lavorare"

di Claudia Marrone

"Il nuovo accordo collettivo permette a un allenatore di non dover star fermo se c'è un club interessato alle sue idee e un preciso progetto, è una novità che permette di non star fermi troppo a lungo dovendo solo studiare o vedere partite dalla tribuna. A me è successo poche volte in carriera, ma lo scorso anno sono stato esonerato a ottobre dalla SPAL, e sto ancora aspettando la giusta chiamata. Con le nuove normative, però, si permette a chi magari sbaglia di rimediare agli errori che tutti possono commettere": esordisce così, nell'intervista rilasciata in esclusiva a TuttoMercatoWeb.com, mister Roberto Venturato.

Incalzato poi a rispondere su quanto questa novità, che sarà a breve ufficializzata, potrebbe penalizzare allenatori fermi da un po', in un calcio che pare avere memoria sempre più corta: "Il calcio in questo momento è così, e non sempre i risultati importanti ottenuti in una carriera intera sono garanzia, vogliono dire successo. La bravura di noi tecnici deve esser quella di farsi trovare sempre pronti e aggiornati".

A proposito di successi, il suo nome è legato quasi indissolubilmente al Cittadella. Sta seguendo la squadra e il suo ormai ex allievo Gorini?
"Cittadella è una realtà alla quale sono molto legato, è stato un punto importante della mia carriera, dove mi sono trovato molto bene. Seguo ancora con attenzione e affetto la squadra, la partenza è positiva e credo che possa giocarsi qualcosa di importante, in un campionato molto equilibrato. Gorini è però bravo, ha davvero la possibilità di fare bene".

Ha un po' il rimpianto di aver solo sfiorato la Serie A perdendo qualche finale playoff di troppo?
"No, non ho rimpianto né rammarico, abbiamo avuto risultati straordinari sotto tanti punti di vista, è vero che è mancata la ciliegina sulla torta ma questo non può rovinare anni di lavoro. Abbiamo scritto un pezzo di storia, e ora sono certo però che la società, Gorini e i suoi ragazzi possano scriverne altre".

Chi non decolla, dopo la retrocessione alla A, è la SPAL. Si è spiegato come mai questa estrema flessione del club?
"È complicato trovare una spiegazione, perché la SPAL è una realtà che ha tutte le componenti in regola per fare del gran calcio, dall'organizzazione societaria alle strutture, passando poi per fantastico settore giovanile. Qualcosa di bellissimo, a Ferrara, si può ancora fare, ma serve pazienza e caparbietà per lavorare nel lungo tempo. Anche agli allenatori dovrebbero darne di più di tempo, non quello esiguo che è stato dato a me e a chi dopo di me ha occupato la panchina. Credo questo sia un aspetto sulla quale la società ha riflettuto, per porre rimedio. Perché non bastano solo i grandi giocatori per vincere".


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