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Dalla campagna abbonamenti all'esordio in C. Entella, Costa: "Un vanto per me"

di Claudia Marrone

Dieci anni fa la prima storica promozione in Serie B dell'Entella, e la conseguente campagna abbonamenti intitolata "La prima volta non si scorda mai"; protagonisti, un bambino con la maglia dell'Entella e una bambina con vestito azzurro e sciarpa del club, che si tengono per mano e si scambiano un innocente bacio sulla guancia. Dieci anni dopo, quel bambino, "tale" Gabriele Costa, divenuto un centrocampista, fa il suo esordio in Serie C con la maglia della squadra chiavarese.

E di questo importante momento, il classe 2004 ha parlato ai canali ufficiali del club ligure: "Quando il mister si è girato per dirmi che era il mio momento è stato un vero colpo al cuore. Sono sincero, era da tanto che aspettavo questa opportunità e poter debuttare tra i pro in casa con la maglia della squadra della mia città è stato davvero bellissimo. Questo è sempre stato il mio obiettivo, non solo da ritiro di Tavarone, ma in generale da quando ho iniziato a giocare da bambino per questi colori. Ho fatto tutta la trafila del settore giovanile qui e giocare per la squadra della mia città è da sempre un vanto per me. Essere riuscito a debuttare in casa, davanti ai miei amici e ai miei famigliari, mi ha riempito il cuore di gioia“.

Costa ripercorre poi il momento legato alla campagna abbonamenti: "La prima cosa che mi viene in mente è che quel bambino era emozionatissimo perché la squadra per cui tifava stava per giocare in un campionato fantastico, impensabile solo qualche anno prima. Ricordo anche che oltre alla felicità per quella foto, in me il sogno di arrivare un giorno a giocare in prima squadra era già fortissimo. Come ho detto prima è stato un desiderio costante che ha accompagnato tutto il mio processo di crescita".

In conclusione, una nota a suo nonno, che fu presidente dell’Entella e al quale è intitolato il campo della Colmata Mare, dove ancora oggi si allena la Primavera biancoceleste: "La prima persona a cui ho pensato al triplice fischio domenica è stato mio nonno. È stata una persona speciale, che ha fatto tantissimo sia per questa città che per l’Entella, di cui è sempre stato innamorato. Questo mio momento lo voglio dedicare a lui, e sono certo che sarebbe stato felice e orgoglioso. Ora, però, non voglio fermarmi. C’è un campionato da affrontare e voglio continuare a lavorare al massimo per provare a ritagliarmi dello spazio".


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