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Veretout: "Roma durante il lockdown? Sembrava di vivere in un film catastrofico"

di Michele Pavese

Nel corso dell'intervista rilasciata a Le Parisien Jordan Veretout ha parlato dell'atmosfera surreale che ha vissuto durante il lockdown in una città normalmente molto viva come Roma: "Roma è una città sempre affollata, vivace e felice. Durante questo periodo era quasi morta. Congelata. Sembrava un film catastrofico. Ora si sta riprendendo. Si vede già dal mio quartiere. Di solito c’è sempre rumore e vita. A marzo e aprile, quando ero in giardino con le mie figlie, c’era una sensazione di vuoto, di niente. Era strano, ma ci dovevamo convivere. Ora, c’è di nuovo movimento, le persone tornano a passeggiare. Sono felice persino di vedere ripassare le macchine. Fa bene al morale".

L’Italia è stata uno dei paesi al mondo più colpiti dall’epidemia. Ha avuto paura per la sua salute o per quella dei suoi cari?
"Non particolarmente per me. Per mia moglie, i miei figli. Chiamavo la mia famiglia in Francia ogni giorno. Dall’inizio del lockdown abbiamo spiegato ai più piccoli (Aalyah e Kaylie di 5 e 2 anni, ndr) perché dovevamo stare a casa, perché fossi lì tutto il giorno. I primi tempi sono andati bene, disegnavamo, abbiamo organizzato una caccia al tesoro… Ma dopo due o tre settimane, è diventato più complicato il fatto di non poter uscire. La più grande mi ha persino detto: "Papà, c’è il mostro di fuori?". E io gli ho risposto: "Sì, ma non possiamo vederlo, è una piccola bestia che sta nell’aria". Qualche giorno fa, siamo riusciti ad andare un po’ davanti casa nostra per farle fare un giretto. Era come se fosse Natale per lei, nel mese di maggio. Era radiosa".

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