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Totti: "Facessi il dirigente in un altro club sarebbe un fallimento. Per la Roma, non per me"

di Dimitri Conti

Arrivano altre dichiarazioni sulle colonne de Il Messaggero da parte dell'ex attaccante Francesco Totti. L'ex numero 10 torna a quel 28 maggio del 2017: "Una volta che smetti, cambia la visione della vita. Le abitudini, il campo, la percezione del divertimento... Ora ho altri pensieri, inseguo altri scopi". Il calcio non è più al centro della sua vita: "Non facendo parte di nessuna squadra diventa secondario. Adesso sono tifoso della Roma e basta". E in che ruolo si vedrebbe, nel caso, in società? Risponde Totti: "Non farei mai il direttore sportivo, magari un ruolo come Ibrahimovic o Zanetti, un riferimento. Una figura come il direttore tecnico. Un incarico operativo e non uno da chiamare solo quando ci sono problemi". Magari guardare altrove? Dice Totti: "Qualche squadra mi ha chiamato ma sono fedele alla Roma. Se andassi a fare il dirigente in un altro club sarebbe un fallimento. Ma per la Roma, non per me".

Quindi si sofferma su una valutazione a proposito della rosa attuale dei giallorossi: "Un miscuglio di giocatori, alla fine ne sono stati presi quattro insieme. Ancora non l'ho capita. Io con 70 milioni avrei fatto altre scelte, non due giocatori ma almeno quattro-cinque. Dovbyk? L'attaccante andava preso e meno di 30 milioni è difficile. Ma Kone mi piace. Con certe spese folli la Roma deve arrivare per forza in Champions. Se investi 100 milioni e non ci arrivi è un fallimento totale. E senza, Daniele (De Rossi, ndr) salta prima, non arriva fino alla fine". A proposito di De Rossi: "È il parafulmine. E chi ci rimette è lui, ma fortunatamente conosce tutto e tutti. In questo momento è l'unico che può fare l'allenatore alla Roma. Ma avete visto cosa gli hanno detto dopo queste prime partite? Lo scorso anno è il passato, se ne sono già dimenticati tutto. Ci si dimentica facilmente, guardate cosa è successo a me".

Discorso simile su capitan Pellegrini: "A Lorenzo voglio bene ma conta solo il rettangolo di gioco. Ultimamente non ha giocato come dovrebbe. E se hai una tifoseria contro è complicato giocare. Totti si esprime anche su Dybala: "Massimo rispetto e ammirazione, ho sempre detto che è il giocatore più forte della Roma e va tutelato. Adesso vediamo come lo gestiranno". Chiusura sul figlio Cristian e le tante critiche che ha ricevuto: "Mi dispiace per il ragazzo. È da indegni parlare male di un diciottenne che ha i suoi sogni. Cristian ha il mio cognome e quello è il problema. Chi parla così solitamente sono i leoni da tastiera".


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