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TMW - Brasile, Barcellona e non solo. Ronaldinho parla a 360°: "PSG e Milan? Difficile scegliere"

di Tommaso Bonan
Fonte: dall'inviato a Trento, Luca Cilli

Ronaldinho è uno dei grandi personaggi presenti al Festival dello Sport di Trento. Queste le sue parole dal palco, raccolte dagli inviati di TMW: “Io ho sempre sorriso parecchio, il calcio è allegria. Purtroppo la mia vita non è sempre stata facile. Io ho perso presto il mio papà e purtroppo è venuta a mancare anche la mia mamma. È stato difficile, mio fratello devo ringraziarlo eternamente perché mi ha aiutato tantissimo. Giocava nel Gremio, ero sempre accanto a lui e anche io ho iniziato la mia carriera in questo club partendo dal futsal. Poi dopo tanti anni siamo stati anche avversari in Francia: lui giocava nel Montpellier e io nel Paris Saint-Germain".

La nazionale del Brasile.
"Sin dal primo momento è stata una cosa molto importante e bella. Io ho firmato la prima vittoria del Brasile in un Mondiale Under 17. Mi ha cambiato la carriera perché dopo il Gremio mi mise in prima squadra. Ai tempi c’era Ronaldo il fenomeno, a me chiamarono Ronaldinho. Quello piccolo, per distinguerci. Nel giro di 5 anni poi sono passato dal Mondiale Under 17 a quello del 2002 vinto con una squadra di fenomeni. A volte mi capita di ricordare la prima convocazione con la nazionale maggiore, una gioia incredibile anche perché sono riuscito anche a segnare subito. Sono stato un predestinato grazie a Dio. Del Mondiale in Corea e Giappone la partita chiave per me fu quella con l’Inghilterra e il gol a Seaman. Ma anche l’assist per Rivaldo. Tolgo subito il dubbio su quella rete: io ho tirato, non ho crossato. Era uno spettacolo giocare in quel Brasile, non era un problema convivere con fenomeni come Rivaldo, Roberto Carlos, Ronaldo. Chi difendeva? Io no, direi gli altri otto”.

“La prima esperienza in Europa l’ho fatta a Parigi con il PSG. Fu mio fratello a convincermi ad accettare questa destinazione per iniziare a giocare fuori dal Brasile. Il passaggio dal Gremio al Paris non è stato semplice: calcio diverso, cultura diversa. Ed era un PSG molto diverso rispetto a quello attuale. Non giocava la Champions League e nemmeno altre competizioni ma era il progetto perfetto per il mio percorso e la mia crescita”.

L'avventura al Barcellona.
"Quando sono arrivato la squadra non giocava in Europa anzi non è stato per nulla semplice. Abbiamo raggiunto la Champions League dopo il mio primo anno in cui siamo arrivati secondi. Scegliere il Barca però è stato semplice, tanti miei idoli sono passati da lì. Penso Romario, Ronaldo, Maradona. Loro non vincevano nulla dal ‘99. Il mio esordio con il Siviglia, il 3 settembre. Giocammo dopo la mezzanotte. Segnai un gol spettacolare, una gioia pazzesca e da lì in poi andò tutto alla grande e tornammo a vincere con regolarità”.

“Nel 2005 c’era un ragazzino che nella cantera del Barcellona giocava davvero bene. Era Messi. Il suo primo gol lo segnò su un mio assist che poi festeggiò con me. È sempre stato un mio grande amico, è stato stupendo vedere ciò che ha fatto in carriera. Finalmente vincemmo anche la Champions League che ha chiuso un cerchio, un percorso. La finale si giocò a Parigi e per me fu un momento particolare visti i trascorsi. Un gol iconico che ho segnato è quello al Chelsea. In un certo senso c’è un po’ di samba, il movimento ricorda un passo di danza. Mi è venuto naturale sono sincero, non lo avevo preparato. Però devo dire che è venuto molto bene. Nel 2005 vincemmo anche in casa del Real Madrid 3-0 e feci due gol. Il Bernabeu si alzò in piedi per applaudire, non me lo sarei mai aspettato. È un qualcosa che ancora oggi mi porto dietro con felicità è orgoglio. Uno dei momenti più speciali della mia carriera”.

“Il passaggio al Milan è stato quasi naturale, parliamo di una delle squadre più forti al Mondo ed è un sogno per tutti i calciatori giocare con quella maglia. Due anni e mezzo indimenticabili: l’affetto dei tifosi, la gioia, il gol al derby come un momento speciale. Il Milan sta tornando a essere quella squadra in cui ho giocato, sono felice di vederlo ad altissimi livelli. PSG-Milan? È difficile scegliere, tutte le squadre in cui ho giocato fanno parte del mio cuore. Però al Milan fu un’esperienza unica. Ricordo ogni singolo istante. Giocatori top: Ibrahimovic, Pato, Gattuso, Maldini, Nesta, Beckham, Seedorf. Che squadra! Ancelotti è un grandissimo allenatore, uno dei più forti della storia. Personalmente è stato un piacere lavorare con lui”.


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