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Stankovic: "Voi lo chiamate “Conference” ma per me questo girone è da Europa League"

di Simone Lorini

Parlando al Corriere dello Sport, l'ex allenatore della Sampdoria Dejan Stankovic ha analizzato il momento non eccezionale del suo Ferencvaros: "Sarei più preoccupato se ci mancassero gioco e occasioni. Nella sfida di domenica invece ci sarebbe servita un po' di aggressione in più per fare punti. Ma si accetta tutto e si va avanti. Vincenzo ne sa qualcosa… lui, come noi, spesso ha seminato molto e raccolto una miseria, compresa la gara con la Roma. Ma l’unica strada che conosco è quella del lavoro: abbiamo perso tre punti ma non certo la possibilità a fine anno di gioire».

Dopo i successi alla Stella Rossa, quello che sta vivendo è il momento migliore della sua carriera da allenatore?
"I due “double” (campionato più Coppa di Serbia, ndr) vinti a Belgrado restano qualcosa di unico per me. Ma anche le notti d'Europa League vissute con Milan e Rangers hanno un posto speciale nel mio cuore. Al Ferencvaros ho trovato una società con una storia pesante alle spalle: qui non si scherza. Sono felice di lavorare qui, in un club organizzato con un presidente splendido".

Dunque nessuna nostalgia dell’Italia?
"Non ci penso in questo momento, nella mia vita sono sempre stato un realista. Voglio centrare tutti gli obiettivi che mi sono prefissato qua e poi vedremo. Non ho paura di accettare qualsiasi sfida, se arriverà la chiamata della Serie A dovrò farmi trovare pronto".

Pronto, immaginiamo, già lo sarà per la sfida di giovedì con la Fiorentina: i viola sono qualificati, voi no…
"Sono comunque contento del lavoro che abbiamo fatto. Voi questo torneo lo chiamate “Conference” ma per me questo girone è da Europa League. Ci giocano i campioni d’Ungheria, i vicecampioni del Belgio, i vicecampioni della scorsa Conference… il livello è alto. Certo, ci manca qualche punto".


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