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Se la ThuLa non c'è, l'Inter si gode il collettivo. Meno sei a un derby da seconda stella

di Ivan Cardia

Lautaro Martinez non segna dal 28 febbraio, Marcus Thuram da metà dello stesso mese. Se ci aggiungiamo Hakan Calhanoglu, la cui ultima marcatura è doppia ma datata 13 gennaio, si ha il quadro completo di quanto tempo l'Inter abbia passato, in campionato, senza le sue principali fonti di gol. Impatto sui risultati della squadra di Simone Inzaghi: praticamente zero. I nerazzurri le hanno vinte tutte, queste partite, tranne il pari interno col Napoli che solo ai più allarmisti poteva far pensare a una specie di crisi.

La ThuLa non c'è? Ci pensano gli altri. È successo a San Siro, contro l'Empoli, con Dimarco e Sanchez. Bomber di scorta, a sorpresa più il primo che il secondo. L'Inter dai gol dei suoi frombolieri dipende, o meglio è dipesa: il 45 per cento delle tantissime reti segnati in questo campionato porta la firma dell'argentino o del francese. Il cui appannamento - e nell'ottica delle valutazioni future è soprattutto quello di Tikus a far pensare - non si può negare, ma sulla marcia trionfale non ha inciso per nulla. Perché? A dare risposte scontate si rischia di essere banali e ripetitivi, ma la verità è che la squadra di Inzaghi sta vincendo il campionato perché lo sta dominando e non solo con i suoi due attaccanti. L'eliminazione di Madrid era bastata a qualcuno per mettere in discussione una stagione da incorniciare, il 2-0 secco ai toscani, che pure se la sono cavata, l'ha ricordata a tutti.

E il derby… A proposito di seconda stella. Farris, vice di Inzaghi che ieri era afono e non si è trovato nella scomoda posizione di tornare sul caso Acerbi, ha assicurato che ad Appiano nessuno stia pensando a quale possa essere la partita giusta per lo scudetto. Il resto del mondo, però, sì e non servono complicate equazioni per immaginarla. L'Inter ha quattordici punti sul Milan, al triplice fischio del derby del prossimo 22 aprile mancheranno cinque partite (quindici punti) alla fine del campionato. Risultato: mantenendo lo stesso vantaggio e poi battendo i concittadini, incubo per i secondi e sogno per i primi si materializzerebbero in un attimo. A Inzaghi "basta" battere Udinese e Cagliari per far sì che quello sia uno sfizio da potersi togliere. Verrebbe il dubbio che a Milanello ci si auguri un qualche inciampo per evitarsi l'imbarazzo, ma il pasillo de honor nella stracittadina non sarebbe tanto meglio.


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