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Brocchi: “Milan scuola di vita. Molto felice per Gattuso”

di Alessandro Rimi

L’allenatore del Monza Cristian Brocchi, ex tra le altre del Milan, è intervenuto al ‘Var dello Sport’, programma in onda al mattino su RMC Sport Network, per parlare anche del suo passato in rossonero.

Cosa si porta dietro dell’esperienza sulla panchina del Milan?
«Per me il Milan è stata una grande famiglia, è stato molto importante per me. Faccio anche fatica a racchiudere tutto quello che è stato in una frase. Sono arrivato a 9 anni, ho fatto tutto il settore giovanile, ho avuto la fortuna di vincere tutto con la prima squadra, fino alla chance di diventarne l’allenatore. È stata per me una scuola di vita in cui sono cresciuto tanto come giocatore e come uomo».

Galliani ha più volte detto di averla scelta personalmente come nuovo tecnico del Milan prima e del Monza poi...
«Ed è una verità. Sono sempre passato per l'uomo e il 'cocco' di Berlusconi, ma è stato lui a chiamarmi per fare l'allenatore nel settore giovanile del Milan, dopo l’infortunio che mi aveva costretto anticipatamente a chiudere la mia carriera da calciatore. Nel calderone erano state messe tante cose. Hanno sempre detto che ero stato messo in panchina da Berlusconi, ma in realtà non è così. Ancora Galliani mi ha quindi contattato nei mesi scorsi per venire al Monza. Mi avevano visto lavorare e credo nel tempo di essermi guadagnato la loro stima».

Spera un giorno di tornare ad allenare il Milan con una maturità differente?
«Non mi piace il concetto di maturità, basti guardare al lavoro che sta facendo in questo momento Rino (Gattuso, ndr) al Milan, in merito al quale sono molto felice. Sono molto legato a lui. Al suo arrivo ha fatto i miei stessi punti, ma poi ha avuto il tempo per poter lavorare. Stesso discorso vale per Simone Inzaghi. Per un allenatore è fondamentale arrivare nel posto giusto al momento giusto. Parliamo del lavoro più difficile al mondo. Si è pagati per vincere ed è una voce che andrebbe inserita nei contratti. In questo momento stanno criticando anche uno come Carlo Ancelotti...».


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