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Piqué si presenta alle telecamere e non Messi. Ed è pronto a togliere il disturbo

di Andrea Losapio

Potrebbe essere stata la definitiva caduta degli dei. Una squadra che nel 2007 iniziava un ciclo straordinario vincendo contro l'Arsenal, con Ronaldinho, Eto'o e Belletti, cresceva con Guardiola e Lionel Messi, fino a diventare quasi ingiocabile. Nel 2015 batteva la Juventus, anche con qualche situazione ingarbugliata (e un pelo di fortuna) mostrando comunque un gioco straordinario e il migliore del mondo. Poi solo drammi. La sconfitta con la Roma, la remuntada subita contro il Liverpool, ogni volta uno psicodramma.

NON MESSI - Davanti alle telecamere è arrivato Piqué, che ha attaccato l'estabilishment blaugrana, facendo capire che c'è una guerra intestina in corso. E da capitano politico, ma non con la fascia, si è preso la responsabilità e la possibilità di fare fagotto e andarsene via. A questo punto bisognerebbe capire cosa ne pensa Lionel Messi, allergico alle telecamere e alle dichiarazioni, ma attuale e prossimo detentore del Pallone d'Oro vinto a Parigi non più tardi di otto mesi (e spicci) fa. Perché se è vero che probabilmente è il giocatore più forte del mondo, ora Barcellona potrebbe incominciare a non essere più casa sua.


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