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Perché lo stadio del Milan a 70 mila posti? La media degli spettatori è già sopra la capienza

di Andrea Losapio

"Fino a 70mila sono due anelli, più di 70mila sono tre anelli. Un anello in più costa molto di più e la partita si vede un po' col cannocchiale. I 70mila sono un po' al limite massimo, vogliamo fare lo stadio a due anelli. Poche volte a San Siro ci sono più di 70mila spettatori". Le parole di Paolo Scaroni sul nuovo stadio appaiono contraddette dai fatti. Perché il Milan, nel corso della annata scorsa, ha avuto una media di 71.880 spettatori. Ed è anche il motivo per cui è più difficile capire la scelta, da parte della società, di volere fare uno stadio più piccolo e con meno persone. Certo, la cornice tutta piena è sicuramente molto migliore rispetto a un San Siro semivuoto.

Dal Covid in poi le cose si sono ribaltate. Le uniche volte in cui San Siro ha avuto più spettatori di adesso, ma con una capienza più ampia, risalgono a inizio anni novanta. Nel 1992-93 ce n'erano 77.086 di media, mentre il record è di due anni prima, quando ce n'erano addirittura 78.487. Insomma, il Milan è tornato a essere un brand che vende - molto - anche fra i propri tifosi, in particolare per lo stadio. Quindi oltre alla ragione economica, che sicuramente non sarà secondaria, qual è l'intenzione del Milan di abbassare addirittura la capienza sotto i 70 mila? La verità è che c'è l'idea di avere più posto executive e business, per generare più introiti.

Perché il Milan, come l'Inter del resto, potrebbe avere uno stadio da 80-85 mila spettatori, per venire incontro ai tifosi di tutte le tasche. Dall'altro lato anche San Siro fa fare 10-12 milioni di fatturato nelle partite importanti. Abbassare la capienza riporta più esclusività per l'evento. Bello da una parte, ma aristocratico (troppo?) dall'altro.


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