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Milla replica a De Laurentiis: "Così ci manca di rispetto, la Coppa d'Africa è a gennaio dal 1956"

di Pierpaolo Matrone

Le dichiarazioni di Aurelio De Laurentiis circa la Coppa d'Africa hanno scatenato le polemiche. Il presidente del Napoli, testualmente, ha detto: "Basta africani oppure mi rinunciano a giocare la Coppa d’Africa. Noi paghiamo gli stipendi per mandarli in giro a giocare per gli altri", il virgolettato completo di De Laurentiis che s'è lamentato della Coppa d'Africa programmata nel corso della stagione europea.

A replicare al numero uno azzurro è Roger Milla, leggenda del calcio africano, in un'intervista a La Gazzetta dello Sport: "Prendendo come base il presupposto che ognuno è libero di avere le proprie idee e di operare come meglio crede, a me sembra che il presidente del Napoli manchi di rispetto al calcio africano e al nostro continente. Lui ha una squadra di calcio famosa e potente in Serie A e non sono certo io a potergli dire come operare, chi comprare, come giocare, cosa fare. Non è davvero mia intenzione. Ma nel momento in cui il signor De Laurentiis dice che non comprerà più calciatori africani finché non sarà spostata la competizione più importante del nostro continente sta mancando di rispetto al calcio africano e ai Paesi che partecipano alla Coppa d’Africa. Perché l’Africa? Perché sempre l’Africa?

Primo, non è la sola competizione che si gioca quando i campionati europei sono nel pieno svolgimento. Secondo, nell’inverno scorso ci sono state partite delle nazionali sudamericane che hanno portato allo spostamento di gare dei campionati europei, senza che nessuno protestasse. Terzo: perché si dà sempre per scontato che sia l’Africa a sbagliare e a dover cambiare, adattandosi al modello europeo? Ci si scontra con grandissimi problemi di climatologia. Non è che la decisione presa nel 1956 di giocare la Coppa d’Africa a gennaio fosse dettata da un capriccio. Nel nostro continente le stagioni seguono un percorso proprio e giocare nel momento sbagliato è pericoloso per i calciatori, oltre che dannoso per i tifosi e per lo spettacolo. Si rischia che faccia troppo caldo o che piova in maniera incessante. Però visto che altrove nel mondo non ci si preoccupa granché di orari e stagioni perché comandano le tv, allora si vuole applicare lo stesso concetto anche all’Africa".


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