.

Marotta: "In Inghilterra hanno abbattuto Wembley. Qua troppa burocrazia in tema stadi"

di Simone Bernabei

Il presidente dell'Inter Beppe Marotta è intervenuto ai microfoni del TG2 sulla Rai soffermandosi sul tema stadi, con tutte le difficoltà collegate alle lungaggini burocratiche che impediscono a tante società di portare avanti i propri progetti per i nuovi impianti: "Le società di calcio erano spesso nelle mani di industriali, mecenati, che garantivano la sopravvivenza degli sport quasi come debito sociale verso la collettività nella quale avevano avuto un grande successo. Oggi tutto questo non c’è più, per cui il modello è diventato un modello di business, e da questo punto di vista ci dobbiamo reggere solo seguendo quello che è il concetto della sostenibilità".

"In Inghilterra sono arrivati ad abbattere un’icona come Wembley, in Italia si fa fatica ad abbattere qualsiasi tipo di strutture. Le difficoltà sono proprio legate alla burocrazia, che prevede tanti passaggi e tante autorizzazioni", spiega il massimo dirigente nerazzurro.

Quindi la sua analisi prosegue: "Per questo, prima di arrivare a un’autorizzazione finale, c’è quasi uno scoramento da parte di potenziali investitori, perché il tempo sicuramente non gioca a favore. Qual è il rimedio? I grandi stadi sono di interesse nazionale, sono strutture che dovrebbero far capo al Ministero delle Infrastrutture, quindi eviterei i passaggi dal Comune, provincia, sovrintendenza e tutto questo iter burocratico. C’è troppa lentezza: ci vuole più immediatezza e meno burocrazia", chiosa Marotta.


Altre notizie