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Lo sfogo di CR7 continua a far discutere. Ma forse è proprio questo uno dei suoi segreti

di Simone Bernabei

"Era arrabbiato perché non è riuscito a fare gol, è normale che un giocatore del suo calibro voglia sempre migliorarsi". Non ha voluto né sbilanciarsi né alimentare il fuoco, ieri Andrea Pirlo nella conferenza stampa post vittoria col Genoa. L'argomento era ovviamente Cristiano Ronaldo col suo presunto gesto di stizza a fine partita. A prescindere dalla maglia lanciata che pare fosse per il raccattapalle, la faccia del portoghese era tutta un programma. Così come la gestualità durante alcune fasi della partita, in occasione di passaggi non arrivati e gol sbagliati.

Non è la prima volta. E non sarà l'ultima - Quel che forse voleva spiegare, fra le righe, Andrea Pirlo ha però un senso in tutta questa vicenda. CR7 non è mai stato uno in grado di accontentarsi. Non è mai stato uno a cui piace veder segnare gli altri. Un esempio, ma solo uno fra tantissimi, si può prendere dagli inizi di questa stagione. La Juventus alla terza giornata del girone Champions giocava in casa del Ferencvaros. E nonostante all'80esimo la squadra di Pirlo fosse avanti 4-0, CR7 era lì che sbraitava e si sbracciava con i compagni per farsi passare il pallone. Per tenere le linee alte e cercare anche il quinto gol, possibilmente segnandolo lui visto che era rimasto a secco. E in quel momento la Juventus era pienamente in corsa su tutto e lontana dai mugugni degli ultimi periodi. A ben vedere, insomma, questo atteggiamento a metà fra lo scontroso e l'isterico ha sempre fatto parte del campione CR7. Con lo United, col Real Madrid, col Portogallo (ricordate la fascia gettata a terra?). E probabilmente è uno dei suoi principali segreti dietro la competitività e la voglia di primeggiare sempre e comunque. Che si tratti di una finale di Champions, di una gara di fine stagione col Genoa o di una gara di qualificazione al Mondiale.


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