.

Le grandi trattative dell’Inter - 1997, Ronaldo il Fenomeno. Quello vero, per sempre

di Alessandro Rimi

Non c’è interista oggi che metterebbe davanti Cristiano Ronaldo al Ronaldo dell’Inter. Luís Nazário de Lima. Quello vero, Il Fenomeno. L’attaccante di Rio, il due volte Pallone d’Oro (al suo arrivo, al suo addio). Il due volte campione del mondo (uno, nel 2002, da interista anche se ancora per poco). Il due volte campione d’America (entrambe le volte da nerazzurro). L’uomo delle ginocchia di cristallo, dalle tendinopatie rotulee, delle lesioni (alcune, ancora oggi, perfino misteriose), delle lacerazioni improvvise, dei legamenti estremamente fragili, degli stiramenti all’improvviso. Il fuoriclasse che avrebbe potuto raggiungere vette mai esplorate da un calciatore su un campo da calcio. L’architetto del doppio passo, dello scatto alla velocità della luce, dei 36 kilometri orari a trent'anni ampiamente superati.

Il numero nove per eccellenza e per definizione, le cui lacrime è un po’ come se avessero rigato i volti dell’intera umanità raccolta attorno a un pallone. Un campione senza tempo. Il campione, per antonomasia. Un extraterrestre. Un’icona divenuta brand. La scelta in ogni videogioco di futebol. Il protagonista del poster appeso sul retro della porta delle camere di tutti i bambini del mondo. Un dio nell’immaginario collettivo degli appassionati di calcio. Con indosso la maglia del Barcellona, poi quella del Real Madrid. Dell’Inter, ma pure quella del Milan. Del Cruzeiro, nonostante il finale con il Corinthians. La ragione per andare allo stadio, il traditore quando - chissà mai perché - vestiva la maglia dei rivali di sempre.

Cupido che scocca la freccia dell'inevitabilità. Precisa, sconosciuta, ineluttabile. Il cui effetto dura all'infinito. Il cuore che batte dopo 20 anni, ma anche dopo 40. Il colpaccio, sotto i riflettori, del presidente Massimo Moratti. La gemma decisiva di Gigi Simoni. Pagato 51 miliardi di lire. Ceduto per 45 milioni di euro ai galacticos, oggi secondo uno studio condotto da Play Ratings a quella cifra occorrerebbe aggiungere uno zero. 19 trofei con i club, 46 a livello individuale. Perché non si capisce come non sia riuscito a vincere la Champions League. Perché forse non è casuale che abbia vinto più del doppio dei suoi titoli da Ronaldo e basta. Solo, fuori da tutto, lontano da tutti. Al centro del globo. Nel cuore della sfera. Il suo nome, per sempre.


Altre notizie