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La guarigione miracolosa di Mauro Icardi

di Raimondo De Magistris

Adesso non è più infortunato. L'infiammazione al ginocchio è alle spalle, smaltita da un incontro andato in scena in sede tra Giuseppe Marotta e l'avvocato Nicoletti. Perché in questo caso per mettere da parte le fisioterapie un consulto legale è stato più utile di un consulto medico. Ci sarebbe da ridere, se non fosse che questo caso che ha catalizzato le attenzioni nel mondo Inter negli ultimi 40 giorni ha dato alla stagione nerazzurra una piega decisamente amara. Molto triste. E ha segnato il futuro di Luciano Spalletti, che giovedì a San Siro contro l'Eintracht s'è giocato le ultime possibilità di conferma.
Adesso andava messa la parola fine, ma non si parli di pace. Piuttosto una tregua armata fino a fine stagione perché andare avanti come accaduto nell'ultimo mese e mezzo non era più possibile. Per il bene dell'Inter, che ha il solo Lautaro come centravanti e che troppo spesso s'è ritrovata in emergenza in attacco. Per il bene di Icardi, che non è stato convocato per i prossimi impegni dell'Argentina e sa che la convocazione per la Copa America a cui Maurito tiene tantissimo passa dalle presenze e dai gol con la casacca nerazzurra.
E allora, adesso che il tempo stringe, trovare una quadra era necessario. Perché il bene dei singoli, questa volta, collimava col bene comune. Icardi da domani tornerà in gruppo archiviando il discorso infortunio, mettendo fine a settimane e settimane di sedute fisioterapiche.
Una decisione che toglie anche l'ultimo velo su quello che già da tempo era per tutti il segreto di Pulcinella: l'infortunio era figlio della decisione della società di togliergli la fascia e di affidarla a Samir Handanovic.


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