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L’Inter in prestito - Rover ha il gol nel Dna. Al Sudtirol si rivela punta vera

di Alessandro Rimi

Arrivato a Interello dalla Liventina all’età di 16 anni, Matteo Rover mostrava il petto in fuori stracolmo d’orgoglio. Non è mai stato un ragazzo timido, anzi l’obiettivo era chiaro a tutti e i modi per raggiungerlo pure. L’Inter che dopo Maicon non ha più trovato un esterno destro di altissimo livello, nel veneto classe ‘99 aveva riposto subito grosse speranze in prospettiva, specie dopo i 14 gol realizzati alla sua prima avventura interista con l’Under 17. L’anno dopo il ragazzo era già campione d’Italia con la Primavera di Stefano Vecchi. Con tanto di bis e firma in finale contro la Fiorentina l’anno dopo ancora (13 i centri stagionali).

Il club nerazzurro ha fretta di buttarlo dentro al calcio dei professionisti. Serie C? Purché giochi con continuità. Cosa che non succede nel Vicenza di Di Carlo (2 gettoni Coppa inclusa), perciò a gennaio il prestito prosegue al Pordenone di Tesser dove, nonostante sia un’alternativa, mette su 14 presenze che gli permettono di crescere individualmente in un contesto di squadra otterrà la storica promozione in B. Ed è in B che Rover vorrebbe restare, ma la chiamata del nuovo Sudtirol del suo ex allenatore Vecchi non si può rifiutare.

Prestito di un anno e poi si torna alla base, o forse no. In Trentino segna 3 gol nelle prime sette gare da riserva e, quando l’allenatore biancorosso a febbraio lo trasforma in punta titolare dopo il ko fisico di Mazzocchi, Matteo sfonda la porta avversaria altre 3 volte. Dovesse ripartire il torneo di C, l’obiettivo resterebbe la promozione via playoff. Per un altro miracolo sportivo dopo quello di Pordenone, ma questa volta vissuto da protagonista. E a quel punto la B, all’età di 21 anni, chi mai potrebbe negargliela?


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