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L'Hellas Verona è rinato con Igor Tudor in panchina

di Marco Conterio

Igor Tudor ha saputo rilanciare l'Hellas Verona. Nelle gambe prima che nello spirito ed è proprio lì, sulla condizione, che batteva il tasto dolente della gestione di Eusebio Di Francesco. Tanto che prima dell'esonero, dell'addio, c'erano stati cambiamenti anche in quanto a staff, perché gli scaligeri non giravano e non reggevano. E' su questo che il tecnico croato, amico di Ivan Juric e suo designato erede adesso, ha lavorato prima che su ogni altra cosa.

La rosa c'è: via dei big, perché a questa dimensione è logico e inevitabile, la società ha provato ancora una volta a sostituirli. Ad avere idee, a cambiare, a virare rotta. Scommesse giovani, Casale e Cancellieri, voglia di rilancio, Simeone e Caprari. Verona come terra di chi vuole una seconda calcistica opportunità.

RINATA CON TUDOR
La gara contro lo Spezia è la fotografia di una squadra che riparte. Che si rilancia. Che c'è. Che è tornata. Quattro risultati utili consecutivi non arrivano per caso: il 3-2 alla Roma di José Mourinho, i pareggi negli scontri diretti contro Salernitana e Genoa e poi lo straripante trionfo contro la formazione di Thiago Motta. Gara dopo gara, l'Hellas ha ripreso a correre e lo ha fatto sempre di più. La sosta sembra arrivare nel momento giusto: la testa è già tornata, tutti i giocatori sembrano aver riavviato il motore. Perché il materiale c'è, in ogni ruolo e posizione. Titolari e concorrenza, serviva uno scossone che la gestione di Di Francesco non era riuscita a dare. Tudor sì. Così è rinato l'Hellas Verona.


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