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Inter, Icardi: indietro non si torna. È una "battaglia" senza precedenti

di Alessandro Rimi

C'è una cosa, fondamentale, che Mauro Icardi e l'Inter hanno capito. Si tratta di quelle considerazioni inevitabili, quei flussi di coscienza improvvisi che risuonano forte nella mente, quei pensieri che diventano crucci perpetui. Hanno capito, entrambi, che indietro non si torna. Mai. Perché forse, si potesse farlo, Marotta - venuto in terra con il solo scopo di purificarla e renderla di nuovo vergine e incontaminata - aspetterebbe qualche mese prima di agire in maniera così netta. Forse. Forse Maurito, d'altra parte, avrebbe accettato una presa di posizione societaria così dura, quanto crudele, partendo comunque alla volta di Vienna. Forse. Resta il fatto che al 31 d'agosto, a tre giorni dalla fine del mercato, nulla è cambiato. Il club di Zhang prova a liberarsi del ragazzo, il quale sorride davanti alle telecamere mentre studia la vendetta. In che modo, a oggi, non è chiaro. Se ci riuscirà, neppure. Icardi dice d'essere interista e di voler continuare a indossarne i colori. Icardi da mesi ha dato la sua parola alla Juventus che alla porta di Viale della Liberazione, invero, non ha mai bussato. Sempre Icardi, fa scrivere lettere dai legali che alla società chiedono risarcimento per danni morali e totale reintegro in gruppo. Ancora Icardi, rifiuta a ruota ogni tipo di offerta pervenuta, ultima quella del Monaco. Si preannuncia una battaglia senza precedenti. Le fatidiche porte stanno per chiudersi. E, manco a dirlo, l'ex capitano, l'erede emarginato di Zanetti, il controverso bomber di Rosario, non farà in tempo a varcarle.


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