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Il cielo azzurro sopra Berlino e la BBC: Barzagli, si ritira un simbolo

di Ivan Cardia

Allegri lo aveva anticipato ieri: “Sta iniziando a guardare il calcio dall’altro lato”. Cioè la panchina, e non intesa come spazio destinato alle riserve. Ad Andrea Barzagli non è rimasto che svelare uno dei segreti di Pulcinella di casa Juventus: ”Smetterò a giugno”. Per fare cosa? Il classe ’81 dice di non saperlo, ma anche lì è arrivato Allegri, perché con tutta probabilità Barzagli entrerà nello staff tecnico della Juventus: inizierà coi difensori, in futuro il ruolo di allenatore potrebbe non dispiacergli.

È l’addio di un simbolo della Juve dei sette (quasi otto) scudetti. Della Juve di Agnelli, di Marotta e Paratici. Barzagli rende bene l'idea, più di qualsiasi altro giocatore (escluso Pirlo, forse), come questa squadra abbia monopolizzato nel giro di pochi anni il calcio italiano, risorta come l’Araba Fenice. Poca spesa, tanta resa: i suoi otto anni e mezzo sono costati alla Juve soltanto 300.000 euro. Pochi soldi versati al Wolfsburg nel gennaio 2011 per riportare in Italia uno che con la Germania, dal 2006 in poi, ha un rapporto speciale.

Si ritira uno degli ultimi campioni del mondo ancora in attività. De Rossi non ha ancora dato alcun annuncio in tal senso, ma il chiodo aspetta gli scarpini; Buffon era a un passo dal rinnovare il contratto col PSG, poi l’eliminazione dalla Champions ha rimesso in discussione tutto quanto e dalla rimonta del Manchester non si hanno più notizie sul futuro dell’estremo difensore. Si ritira l’ultimo miracolo del Chievo: non tutti lo ricordano, ma furono proprio i clivensi, a lanciare il ragazzone di Fiesole nel calcio che conta. Poi Palermo, Wolfsburg e infine Juve. Il cielo azzurro sopra Berlino nel 2006 e la BBC che è stata la base per avere la Juve dell’ottennio d’oro. Il momento più alto? Berlino, bianconeri permettendo. C’è ancora qualcosa da fare, però, prima di dire addio al calcio giocato. Un ultimo traguardo da poter inseguire.


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