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Giochisti o risultatisti? Da Guardiola a Mou, da Sarri a Ranieri. Come si dividono i tecnici?

di Marco Conterio

Giochisti e risultatisti. Da che parte stare? Esiste l'obbligo di schierarsi? Tutto bianco, tutto nero? Le filosofie del pallone di oggi raccontano di una linea ben demarcata e di due universi variopinti. Forse chi più di ogni altro galleggia su questo Equatore è Zinedine Zidane: bel gioco o risultati, risultati o bel gioco. L'una o l'altra, talvolta entrambe, ma gran pragmatismo e un trofeo dietro l'altro.

I giochisti L'uomo simbolo e cardine del movimento è Pep Guardiola. Chiaro, la bacheca è piena di successi ma non è certo obbligatorio che gioco debba essere spettacolo fine a se stesso e viceversa. Solo che alla base delle sue squadre c'è sempre lo spettacolo e a suo modo, con lo stile tedesco che contraddistingue la nuova scuola, c'è Jurgen Klopp. Giochista lui, anche Thomas Tuchel che viene da quell'estrazione lì e figuriamoci Julian Nagelsmann che è figlio d'un Rangnick. Marcelo Bielsa è il capostipite dei giochisti e del concetto della tattica esasperata; un suo discepolo in Italia è senza dubbio Roberto De Zerbi e proprio dalla gara contro l'Inter di ieri nasce il nuovo arcano. Giochisti o risultatisti? Se chiedete a Maurizio Sarri la risposta è fatta, se leggete la tesi di Andrea Pirlo altrettanto. E poi Mauricio Pochettino e Hansi Flick: Bayern-PSG anche come un manifesto del pensiero dei due allenatori.

I risultatisti Primo non prenderle, primo vincerne. Primo vincere. I pragmatici all'ennesima potenza sono quelli che fanno del risultato il primo obiettivo e talvolta l'unico. Antonio Conte l'ha ammesso ieri, José Mourinho ha parcheggiato dei bus pur di arrivare ad alzare la Champions League. Il Cholismo di Diego Simeone è bello da vedere? Poco. E' efficace? Molto. Però non è un paradigma assoluto, risultati uguale gioco brutto. Anzi. Ci siamo divertiti anche con Mou, con Conte con Simeone e pure col corto muso di Massimiliano Allegri. Era bello il Leicester di Claudio Ranieri? E' stato così emozionante vederlo giocare che lo spettacolo era tutto lì. Nel risultato.


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