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ESCLUSIVA TMW - Montefusco: "Napoli, Spalletti bravissimo a gestire il gruppo. Osimhen il simbolo"

di Lorenzo Marucci

Autentica bandiera del Napoli, Vincenzo Montefusco ha intuito presto che questa stagione sarebbe stata memorabile per i partenopei. "Il 2022-23 è stato l'anno del Napoli - dice a Tuttomercatoweb.com - tra l'altro per me lo scudetto era già vinto anche la stagione scorsa, poi ci furono delle gare disgraziate vedi l'incredibile ko con l'Empoli e quello con la Roma. Quest'anno, nonostante la partenza di alcuni big, è arrivato lo scudetto: da inizio ritiro ho visto che c'era un altro ambiente, ho percepito che c'era il clima giusto".

I meriti di Spalletti?
"Spalletti ha saputo tenere in pugno il gruppo fin da subito, fin da quando decise di allontanare dall'allenamento Osimhen, durante il ritiro. Con quel gesto, fece capire a tutti che ognuno deve approcciarsi seriamente al proprio lavoro. I meriti ovviamente vanno anche a Giuntoli, che ha saputo ingaggiare giocatori importanti".

Il simbolo chi è stato?
"Osimhen è stato il vero simbolo del Napoli: a settembre-ottobre, pur certamente già fortissimo, stava ancora apprendendo e definendo i dettagli del lavoro chiestogli da Spalletti, in particolare sotto il profilo della tecnica individuale. Senza di lui il Napoli ne risente anche perchè è un calciatore che offre tante soluzioni di gioco".

Paragoni con il passato per questo scudetto possono farsi?
"E' difficile farne, c'erano altri giocatori, era un altro mondo, un altro calcio. C'erano Maradona, Giordano e Careca, ad esempio: se giocano bene tutti e tre, vincono sempre. C'era anche, certamente, un bel centrocampo e una bella struttra di squadra, però con i piedi di quei tre tutto diventava eccezionale. Oggi invece si gioca meno bene tecnicamente".


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