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Caso doping, Pogba si difende: "L'integratore? Non sono un imbroglione"

di Yvonne Alessandro

All'inizio di questo mese il Tribunale arbitrale dello sport ha ridotto a 18 mesi la condanna di Paul Pogba che inizialmente recitava quattro anni di sospensione per doping. Il centrocampista della Juventus ha rilasciato un'intervista esclusiva ai microfoni di Sky Sports UK e ha raccontato l'esperienza vissuta lontano dal campo, spiegando cos'è successo realmente.

Le prime parole: "Mi assumo la responsabilità di aver preso l'integratore, ma non l'ho controllato tre volte, anche se proveniva da un professionista", ha assicurato Pogba in prima battuta. "Se devo essere punito, mi sta bene. Ma non avrebbero dovuto essere quattro anni. Accetterò 12 mesi".

Attorno al 31enne francese sono circolate molte voci, mentre i suoi fan hanno sempre sperato che fosse pulito: "Quando mi vedete, mi conoscete. La gente mi conosce. Quindi, anche quando è successo tutto, la gente ha detto: 'Conosciamo Paul, non lo prenderebbe mai'. Se l'avesse fatto, non l'avrebbe saputo e non l'avrebbe fatto di proposito. E questa è assolutamente la verità. Sono una persona onesta, lo dico".

Insomma, Pogba si è dichiarato estraneo alla volontarietà di assunzione della sostanza vietata DHEA: “Non sono un imbroglione, sono una persona che ama il proprio sport. Amo il gioco e non lo farei mai, mai. Mi piace vincere in modo equo e la gente lo sa. Mi vedete. Sono un cattivo perdente, ma non sono un imbroglione, questo è certo”.


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