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Calvarese: "Rigori e rigorini. L'arbitro si sta allontanando troppo dal calcio, così son bravi tutti"

di Ivan Cardia

"Rigori e rigorini. Ma così l'arbitro si allontana dal calcio". Sulle pagine di Tuttosport, l'ex fischietto Gianpaolo Calvarese analizza gli episodi dell'ultima giornata. A partire dal discusso fallo di mani di Luperto in Juventus-Cagliari: solare a termini di regolamento, ma poco spiegabile in base al senso del gioco.

"Semplificare alcune situazioni difficili, come il contatto tra il braccio sopra le spalle e il pallone - si chiede Calvarese - e standardizzare alcuni aspetti del fallo di mano (e non solo) aiuta veramente a dissipare i dubbi? Stando a quanto dichiarato ogni settimana dagli addetti ai lavori, assolutamente no. […] Se anche persone competenti, calciatori e cronisti pensano che l’arbitraggio moderno si stia allontanando dal mondo del calcio allora dovremmo preoccuparci. E io, personalmente, sono d’accordo con loro. 

Nella mia vita ho avuto la fortuna di avere grandi maestri e non ho mai sentito parlare a Coverciano di 'imprudenza' o di 'imperizia', se non nei quiz! Queste sono standardizzazioni che possono andar bene per un livello arbitrale che non è quello della Serie A. Nei massimi campionati c’è bisogno di sensibilità e conoscenza calcistica. Non è un caso quindi se, spesso, gli addetti ai lavori rinnovano l’idea di inserire i calciatori, cioè quelli che effettivamente possono cogliere le dinamiche di gioco e le reali intenzioni di un calciatore quando compie un fallo, dinamiche che oggi sembrano sfuggire agli arbitri. […]

Credo che ci stiamo allontanando troppo dal gioco del calcio perché manca la qualità tecnica della lettura degli episodi, che non può essere standardizzata. Altrimenti sarebbero tutti bravi ad arbitrare in Serie A".


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