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Buffon e l'addio alla Juve: "Gli ultimi due anni per me una prova, sono felice di averla superata"

di Tommaso Bonan

"Quello che sono sicuro di aver dato alla Juve è stato il massimo della professionalità, della serietà e dell'affidabilità. Penso di essere stato, in toto, una persona, un ragazzo e un professionista serio, e sul quale si può contare sempre". A parlare, ai microfoni di Sky Sport, è Gianluigi Buffon, che da alcuni giorni ha annunciato l'addio alla Juventus al termine della stagione: "Credo che questi due anni, al di là del fatto che il mio ruolo da giocatore non fosse centrale, non fossero scontati per uno come me - racconta il portiere bianconero in un'anticipazione dell'intervista - e che non fosse così facile riuscirsi ad adattare. Invece penso di averlo fatto con grande entusiasmo. Prima di tutto per rispetto di me stesso, ho 43 anni, mi sento un uomo e un uomo deve comportarsi come tale, non da ragazzino. Poi per tutti quelli che avevano fiducia in me, coi quali avevo stretto un patto d'onore, da uomini, e cioè che avrei ricoperto volentieri questo ruolo. E poi per i miei compagni, per il rapporto bellissimo che ho con tutti. Penso di essere una personalità influente e, per certi versi, anche ingombrante, ma credo che nessuno l'abbia mai percepito dall'esterno. Non è facile riuscire a capire quando è il momento di sminuirsi e mettersi dietro le quinte, lasciando ad altri le luci del palcoscenico. Per me era una prova, anche per misurarmi come persona. E sono contento perché penso di averla superata brillantemente".


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