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Borja Valero: "Il momento che sta vivendo l'Italia noi in Spagna l'abbiamo avuto negli anni '90"

di Tommaso Bonan

“Favoriti per la finale? Anche noi spagnoli siamo parecchio scaramantici. Meglio volare basso, stare tranquilli e provare a mettere in campo quello che abbiamo fatto finora. Abbiamo dimostrato di avere un gioco veramente bello ed efficace. Prima avevamo tantissimo palleggio, adesso abbiamo un gioco un po’ più verticale e giocatori che sanno fare l’uno contro uno. Quella di de la Fuente è una Nazionale che è migliorata molto”. Così Borja Valero, ex centrocampista di Inter e Fiorentina, ospite di ‘Tutto l’Europeo minuto per minuto’ su Rai Radio 1, sulla sua Spagna finalista agli Europei.

La Spagna ha colpito non solo dal punto di vista offensivo, ma anche per la sua capacità di vivere diversi momenti della partita, come il secondo tempo di gestione contro la Francia: “Credo che questo l’abbia imparato col passare delle partite. Nelle prime partite del girone la squadra ha rischiato di subire su diverse situazioni di contropiede, a volte era un po’ spezzata in due. Contro Germania e Francia ha mostrato una grande maturità e una capacità di poter vincere anche con un altro tipo di gioco”.

La Roja ha punti deboli? “Quando le squadre si mettono dietro, la Spagna fa un po’ più di fatica. I contropiedi possono essere molto pericolosi, con i difensori centrali esposti all’uno contro uno in campo aperto. Domenica dovremo essere molto attenti”.

Capitolo Morata: “Se lo valutiamo solo dal punto di vista realizzativo, ha fatto gol all’esordio contro la Croazia e nelle partite successive si è visto poco davanti alla porta. Ma nel complesso Morata ha fatto un lavoro incredibile per la squadra: recuperi, sponde, falli subiti, tanta esperienza soprattutto nelle ultime due partite. Ritorno in Italia? Ha detto che in Spagna sono sempre pronti a criticarlo, sicuramente vorrebbe cambiare aria e lui in Italia si sente bene. Vedremo cosa accadrà in futuro”.

Yamal e i giovani in Spagna: “Yamal sta facendo sognare un paese intero, è incredibile vederlo così maturo a quell’età. C’è dietro un grandissimo lavoro: noi abbiamo sofferto un periodo simile a quello dell’Italia attuale negli anni ’90, dove la Nazionale aveva un gruppo non adatto per competere. Abbiamo lavorato molto bene nei settori giovanili e dopo anni si vedono i frutti. Faccio un esempio personale: dopo la Primavera ho fatto tre anni nelle squadre C e B del Real Madrid per crescere ancora. In Italia sicuramente non sarei mai arrivato in Serie A. La mia storia è la dimostrazione che la pazienza e la crescita all’interno delle squadre intermedie possono fare la differenza. Ultimamente la Juve ha tirato fuori ragazzi interessanti, lo stesso l’Atalanta. Bisogna assumersi più responsabilità e lavorare meglio a livello giovanile, in Italia i talenti ci sono sempre stati”.

Che ne pensi di questa Inghilterra? “Le qualità ce l’hanno, hanno tantissimo talento. Se la Spagna non riesce a comandare il gioco, i vari Foden, Bellingham e Kane possono far la differenza con una giocata. Sulle palle ferme soffriamo un pochino di più e loro sono forti fisicamente”.

Pronostico per domenica? “Preferisco evitare. Mi auguro di poter di nuovo godere con la Nazionale spagnola come nei meravigliosi anni vissuti con Xavi, Iniesta e Villa. Spero di poterli rivivere da tifoso”.


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